Palcoscenico 

Con Mal’essere va in scena l’Amleto di Shakespeare in rap napoletano

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Al Teatro San Ferdinando di Napoli Mal’essere di Davide Iodice rappresenta Amleto, un classico della drammaturgia shakespeariana in chiave napoletana e a suon di rap.

Quando Shakespeare incontra Napoli e la lingua del golfo diventa Mal’essere. Davide Iodice reinterpreta Shakespeare e l’Amleto e ne affida la riscrittura dei cinque atti a un gruppo di rapper di area partenopea, volti storici della scena Hiphop napoletana. L’opera alla prima nazionale al Teatro San Ferdinando di Napoli è una produzione del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale che alterna recitazione e rap, tra metrica in rima e lingua napoletana. Il testo è una riscrittura in napoletano affidata ai rapper Gianni De Lisa detto ‘O Yank e Pasquale Fernandez detto Sir (dei Fuossera), Alessandro Caricchia detto Joel, Paolo Romano detto Sha One, Ciro Perrotta detto Op Rot e Damiano Rossi detto Capatosta. Sin dalle prime battute si ha la percezione della novità che colpisce il dramma Shakespeariano arricchendolo di nuove sfumature.

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Teatro e rap

Mal’essere è infatti un qualcosa di nuovo, sia nella recitazione che nella sceneggiatura ritmata da dialoghi serrati e rime incandescenti tutte in napoletano. Una lingua che diventa dura e cruenta ma anche poetica e dolce, oltre che rabbiosa e delirante. Un miscuglio di sentimenti e passioni che sono l’anima dell’opera del drammaturgo inglese e che qui vengono riadattati alla passionalità e alla virulenza tipica di Napoli. Il rap è uno strumento e una forma d’arte che aiuta. Infatti, una delle migliori qualità di chi sa fare rap è proprio la capacità di saper maneggiare la metrica e le parole e l’opera le mostra tutte con dialoghi che sono uno dei punti forte di questa messinscena, da cui traspare la capacità di fare proprio un mostro sacro come Shakespeare. Il merito è anche di una pregevole e convincente recitazione da parte di un cast di attori ben affiatato, tra cui spiccano Luigi Credendino, da applausi nell’interpretazione di un intenso Amleto e Marco Palumbo superbo nell’interpretare il Re. A convincere è comunque tutta la rappresentazione sia nella scrittura che nella messa in scena, con un connubio del recitato con il rap in napoletano che assicura ritmo e un linguaggio che mostra tutta la napoletanità dell’Amleto di Iodice, nato e cresciuto nei vicoli di Napoli.

Proviamo a dire qualcosa su Napoli, da Napoli, scartando l’imperante e cinica oleografia criminale, l’estetica del male che stiamo assecondando. In questo tempo di “paranze d’‘e criature” e di criature morti ammazzati, di padri che mandano i figli alla strage, nell’Elsinore dove vivo, tra Forcella e Sanità, qui mi riappare l’ombra di Amleto, qui sento che non è tanto questione di essere o non essere ma di mal’essere, nel senso doppio della nostra lingua che dice insieme di persona cattiva ma anche di un profondo scoramento esistenziale: essere o non essere il male, piuttosto. Nessuno più e meglio dei numerosissimi rapper dei nostri territori sa esprimere, a parer mio, questo malessere oggi.

Shakespeare è più vicino

Per chi vuole avvicinarsi all’Amleto e non ne ha mai avuto il coraggio, lo spettacolo in scena al Teatro San Ferdinando rappresenta una chiave interpretativa di grande valore. Mal’essere miscela l’opera classica di Shakespeare con Napoli e la maestria dei rapper di trasformare il linguaggio in una chiave interpretativa della realtà più vicina. Perché i personaggi, la lingua, la musica e gli attori stessi rendono più vicino a noi Amleto e con Mal’essere, anche Shakespeare si sente più napoletano.

Le rappresentazioni di Mal’essere continueranno sul palcoscenico del Teatro San Ferdinando, a Napoli, fino a domenica 12 febbraio.

Ecco il calendario delle messe in scena:

1, 3, 7 e 10 febbraio ore 21.00;

2, 8 e 9 febbraio ore 17.00;

4 e 11 febbraio ore 19.00;

5 e 12 febbraio ore 18.00

Daniele Maisto
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