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Il percorso tortuoso di una strega. Chilling Adventures of Sabrina

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«Nel mezzo del cammin di nostra vita mi ritrovai per una selva oscura, ché la diritta via era smarrita.» Dante, Inferno

 

Non siamo proprio nel mezzo del cammin, ma al compimento dei sedici anni di una giovane ragazza, o meglio, una mezza mortale e mezza strega, nella cittadina di Greendale. Ma la selva oscura c’è, ed è effettivamente una «selva selvaggia e aspra e forte che nel pensier rinova la paura! » 

I sedici anni sono un punto di svolta (come lo erano i 35 di Dante), i “sweet sixteen” celebrati negli USA come la “quinceañera”, rito di passaggio di origine latinoamericana. E la nostra giovanissima protagonista si trova a dover decidere tra due strade: una che la farebbe restare sul sentiero della Luce, tra i mortali, e l’altra che la condurrebbe invece sul sentiero della Notte, nell’oscurità. Nella selva dove un altare la attende con il “Libro della Bestia” da firmare, ad accettazione del suo destino.

chilling adventures of sabrina
chilling adventures of sabrina

L’evidente dicotomia tra il bene e il male, tra la luce e l’ombra, fa da sfondo alle vicende di Sabrina, dei suoi amici e familiari, in una cittadina alquanto particolare che ospita (ad insaputa della maggior parte degli abitanti) la Chiesa della Notte, la congrega di streghe di Satana, guidata da Padre Faustus Blackwood, figura ambigua e misogina, assetata di potere.


Già dai primi minuti di visione ci rendiamo conto del tipo di atmosfera in cui ci immergiamo: la casa delle Spellman, di Sabrina, è sede della loro attività di famiglia, ovvero un attività di pompe funebri (il seminterrato ospita la sala per la preparazione dei cadaveri e le celle frigorifere adatte). La casa è inquietante nei suoi infiniti corridoi tappezzati di specchi e illuminati da candele, per non parlare del cimitero attiguo ricco di lapidi antiche, statue e alberi contorti degni di un dipinto di J.H. Fussli. 

E la location, Greendale, è attigua alla cittadina di Riverdale: tantissimi sono i riferimenti che ci riportano alla “town with pep!” dato che l’universo in cui si svolgono le vicende di Sabrina è lo stesso in cui troviamo Archie, Betty, Veronica & Co [se non conoscete la serie TVRiverdale” vi consiglio di vederla] E tanto per rimanere in tema di horror e atmosfere cupe e imbevute di occulto, i riferimenti a film e libri di genere si sprecano (primo tra tutti il continuo rimando a H.P. Lovecraft)

Quello di Sabrina sarà un percorso tutto in salita, tra magia e scuola (quella dei mortali, la Baxter High, e quella delle streghe, l’Accademia delle Arti Occulte), tra orrore e demoni, circondata da persone fidate e non.

E badate bene, questa non è la Sabrina della divertente SitCom degli anni ‘90, con le due ziette che praticano magia all’acqua di rose e con il gatto Salem (palesemente finto) sempre caustico, irriverente e sarcastico. Qui da ridere c’è ben poco: le ziette praticano un culto satanico che include rituali cannibalistici (ebbene sì), celebrano la messa nera nella chiesa della congrega e Satana incombe su tutto e tutti dalle miniere che portano dritte alla porta degli Inferi sotto la città. Il personale percorso di Sabrina – così come quello dei suoi amici, ognuno dei quali scoprirà e affronterà i suoi propri “demoni” – porterà anche la congrega ad una nuova consapevolezza e ad una nuova strada.

Dal culto satanico, misogino e maschilista, soggetto al Signore Oscuro (che elargisce i suoi doni – ovvero la magia – solo in cambio di cieca obbedienza e idolatria), le streghe pian piano scopriranno che c’è altro, che ci sono altre forme di magia ed energia, nella natura e in divinità più antiche.

Come in tutte le storie che si rispettino, il superamento degli ostacoli che Sabrina si troverà ad affrontare farà sì che le esperienze vissute (belle e brutte) formino la sua personalità, il suo carattere, e l’aiutino a crescere e ad avere maggior consapevolezza di sé stessa e delle proprie potenzialità.

In conclusione: “Le terrificanti avventure di Sabrina” offre un buon equilibrio tra gli elementi più dark e quelli più leggeri e più vicini al tipico teen drama: Sabrina dopo tutto è per prima cosa un’adolescente che deve affrontare i cambiamenti e i problemi cui va incontro qualunque sedicenne.  La narrazione è scorrevole, con ritmo abbastanza sostenuto, grazie anche alla durata di ogni episodio che permette di seguire la storia senza perdersi (i personaggi principali sono ben sviluppati e caratterizzati, ciascuno aggiunge qualcosa di fondamentale alla storia).

Aurelia Licia Gualano

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