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AmbrOsino: intervista al cantastorie napoletano per l’uscita di “3 ‘O Figlio D’’O Rre”

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Dal 18 novembre è disponibile su tutte le piattaforme di streaming “3 ‘O Figlio D’’O Rre” il nuovo lavoro discografico di AmbrOsino. L’EP, registrato nel centro storico di Napoli, è un piccolo viaggio tra la West Coast, Rio De Janeiro e la stessa città ai piedi del Vesuvio, caratterizzato da sonorità che si mescolano ridefinendo i confini geografici, in stile Contemporary R&B con cui il cantastorie napoletano sembra sentirsi perfettamente a suo agio.

Abbiamo intervistato il cantastorie napoletano per saperne di più sul nuovo EP.

Ciao Ambrosino, “3 ‘O Figlio D’’O Rre” è il tuo nuovo EP. Raccontaci com’è nato e di che cosa parla.

Ciao, questo progetto è nato interamente durante il lockdown, in quei diversi – forse troppi – momenti di riflessioni su ciò che stavamo vivendo e su quello che potevamo immaginare e prospettarci per il futuro. Sono canzoni nate anche abbastanza velocemente, senza troppi calcoli. Brani che racchiudono un desiderio di riscatto, un posizionamento morale verso tutto quello che è “sud”, inteso come “minore”, “scalzo”, “tormentato”.

C’è un filo conduttore che unisce le tracce di “3 ‘O Figlio D’’O Rre”?

Assolutamente sì, c’è anche un viaggio musicale, sonoro, che parte da Napoli tocca sponde d’oltreoceano e ritorna lì dove è partito.

“3 ‘O Figlio D’’O Rre”, come mai questo titolo?

“3” perché è il mio terzo progetto discografico, “’o figlio d’’o rre” perché cito la terza voce del gioco della cavallina, un gioco dei miei tempi, della mia infanzia al quale resto legato per una questione etica e di semplicità.

Qual è la canzone che è nata in modo più spontaneo e quella più difficile da partorire?

Nessuna in particolar è nata in modo complicato, forse “Money And Honey”, è stata più elaborata mentalmente nell’arrangiamento, non sono stato subito certo dell’idea sonora più “scura”, più americana del vestito.

Quale messaggio vorresti rimanesse a chi ascolta questo EP?

I brani si ascoltano tutti in un solo sorso; che rimanga la leggerezza, la serenità e un auspicio di fiducia per il futuro.

Oltre a te, chi ha collaborato a questo progetto discografico?

Enzo Foniciello che ha suonato il basso e ha pianificato le registrazioni presso il suo studio nel centro storico di Napoli. Gli altri musicisti, bravissimi e che rispondono al nome di Stefano Bottiglieri e Luca Mignano. Ma non vorrei dimenticare Carlo Antognetti che ha finanziato in parte il progetto e Stefano Formato che ha curato molto bene i mix.

L’uscita dell’Ep è stata accompagnata dal singolo “Money And Honey”. Raccontaci come è nata questa traccia.

È nata dopo aver visto un documentario su Notorius B.I.G., in cui ho trovato una corrispondenza con l’esperienza vissuta e raccontata nelle periferie di Napoli degli anni ’80 e ’90. E quindi l’idea di avvicinare questi due mondi lontani ma nella realtà delle cose, così vicini.

Qual è l’insegnamento più importante che hai appreso fino adesso dalla musica?

Che non esistono frontiere, che la musica può davvero avvicinare i meridiani e i paralleli, che l’inclusione delle razze e delle religioni sono le cose più belle e importanti da compiere in questa vita.

Qualche novità che vuoi condividere, in anteprima, con i nostri lettori?

In questo periodo mi stanno arrivando varie proposte di collaborazione, le sto raccogliendo e valutando e spero presto di raccontarvi qualcosa di concreto e artisticamente intrigante. Stay tuned!

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