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L’enigma del leone. Quattro chiacchiere con Filippo Palmieri in una Bologna massonica

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Buongiorno Filippo ho letto nei giorni scorsi con interesse e curiosità il tuo nuovo thriller ambientato a Bologna, “L’enigma del leone” edito da Pendragon; cominciamo la nostra chiacchierata con una sintesi della trama del romanzo.

L’avvocato Ettore Casciola è socio dello studio LEO, Law & Economics Organization, uno dei più rilevanti a livello internazionale con sede principale a Bologna.  Pur essendo un brillante professionista, nell’ambiente Ettore è però conosciuto con il soprannome di “bagman”, portaborse: il suo destino è infatti quello di passare sempre in secondo piano rispetto al fondatore dello studio, Professor Leone Cesari, vera e propria stella di fama mondiale. Proprio Leone i primi giorni di un caldissimo agosto del 2010 improvvisamente convoca Ettore a Bologna, strappandolo alle proprie lussuose vacanze, affermando di dovergli parlare di alcune non meglio precisate situazioni.  

L’incontro però non si terrà mai: il professore muore infatti il giorno dopo la telefonata, apparentemente per un incidente di caccia.
Ettore assiste all’apertura del testamento di Leone Cesari, scoprendo di essere l’unico erede del patrimonio del professore, insieme ad un misterioso ente denominato “Naos”, con sede nel Cenobio di San Vittore sulle colline bolognesi.
Leone ha inoltre lasciato al suo fidato successore una busta con un foglio sul quale sono riportati un fiore stilizzato di colore nero, la frase latina: “Semel Abbas, semper Abbas. Ab Aeterno”, la frase “Libertas, uguaglianza e fraternità” ed una croce rossa su fondo bianco.Ettore chiederà aiuto al figlio Federico ed al di lui amico Giancarlo per risolvere l’enigma che Leone gli ha lasciato.

In un labirinto di complicati indizi da decifrare, che si dipana nei luoghi più antichi e suggestivi di Bologna, Ettore, Federico e Giancarlo si impegnano per cercare di decifrare l’enigma, eredità di Leone Cesari, senza immaginare che ciò li porterà in conflitto con sette e fazioni di origine millenaria, disposte a tutto pur di portare a termine i propri scopi.

Filippo Palmieri
Filippo Palmieri

Nel lungo processo di decriptazione dell’enigma che Leone ha lasciato ad Ettore si assiste ad una vera e propria sfida tra la squadra eterogena Ettore – Federico – Giancarlo da un lato, e la setta degli Iniziati dall’altro: raccontaci di cosa si tratta.

Questa è una battaglia del tutto inaspettata e soprattutto non voluta da nessuna delle due “fazioni”: esse si trovano in stretta competizione fra di loro nella ricerca della “Verità”, con la sostanziale differenza che, mentre Ettore, suo figlio ed il suo amico sono spinti nella decifrazione dell’enigma da una sorta di “fuoco sacro” – che di loro si è impossessato senza una precisa motivazione -, gli Iniziati sono alla ricerca della “Verità” da millenni. 

La particolarità è che gli Iniziati in qualche modo hanno bisogno della comitiva di Ettore per raggiungere i loro scopi, e pertanto, pur volendoli ostacolare, cercano anche di farli avvicinare il più possibile alla Verità per poi essere loro stessi ad impossessarsene.

Ciò che ho cercato di trasmettere al lettore, al di là del mero aspetto narrativo, è che spesso nella ricerca di ciò che vogliamo o di ciò a cui tendiamo abbiamo bisogno di tutti, anche di coloro che ci appaiono nemici e di ciò che di negativo può capitare durante il nostro percorso.

Bologna è la tua città, nel romanzo è un ambiente carico di mistero e di storia: parlaci di Bologna dal punto di vista storico ed artistico.

Ritengo che Bologna sia una città con una storia unica e ricca di misteri, e che sino a pochi anni fa è stata ampiamente sottovalutata sia dal punto di vista culturale che artistico che storico.
Fortunatamente, come faccio cenno nel romanzo, da una decina di anni il “grande pubblico” si sta accorgendo della sua bellezza e unicità. 
Bologna è unica sia perché è stata snodo di importantissimi eventi del passato, ancora oggi in gran parte rimasti avvolti dal mistero – su cui tra l’altro ho incentrato entrambi i miei romanzi -, sia perché da un punto di vista morfologico e architettonico è assolutamente ineguagliabile: a Bologna sino a pochi anni fa era possibile navigare attraccando nel porto cittadino, poi prendere una funivia per salire sino al Colle della Guardia, o in pochi minuti trovarsi in montagna. 

Non solo la città, ma anche il circondario montuoso di Bologna è incredibilmente ricco di monumenti eccezionali da un punto di vista architettonico, estetico e storico, come ad esempio il Cenobio di San Vittore, la Basilica di San Luca, ma anche Roccchetta Mattei in cui ho ambientato parte del mio primo romanzo. 

Luca Carboni nella sua famosa canzona afferma che “Bologna è una regola”, ma forse è unica proprio perché è al di fuori di ogni regola!

Come è nata in te la curiosità per Templari, Massoneria e in generale le sette di cui si parla nel tuo romanzo

Sono da sempre affascinato da tutto ciò che è mistero e non vi è dubbio che Massoneria e Templari siano un esempio di quel mistero.  Sono profondamente convinto che la “storia” in generale sia la narrazione di quanto è accaduto, ma che i fatti siano sempre “addomesticati” dal punto di vista di chi la storia in qualche modo l’ha scritta o ha voluto che così venisse narrata. 

Sono convinto che i Cavalieri Templari, i Massoni ma anche l’Ordine dei Cavalieri di Maria Vergine Gloriosa, di cui parlo nel mio primo romanzo – e così anche tanti altri Ordini – nascondano moltissimi aspetti poco noti che se debitamente approfonditi potrebbero, almeno in parte, portarci a riconsiderare la storia così come l’abbiamo intesa sino ad oggi.

Hai ambientato entrambi i tuoi romanzi – “I segreti della pietra” pubblicato nel 2019 e “L’enigma del leone” fresco di stampa – a Bologna: raccontaci cosa li accomuna e/o differenzia.

Sicuramente si tratta di due libri che affondano la loro struttura nella storia.  Mi piace scrivere romanzi che si basano su eventi e luoghi reali, collegandoli fra di loro, cercando di alterarli il meno possibile. 

I Segreti della Pietra è un romanzo che nasce dal mio smisurato amore per Bologna, tanto che la città, con i suoi luoghi e le sue opere, si può definire un vero e proprio personaggio del romanzo. Mi è stato riferito che qualcuno ha fatto, addirittura, un tour per Bologna e dintorni proprio seguendo le descrizioni del libro.

Nell’Enigma del leone, benché Bologna sia un elemento importantissimo, rimane comunque il luogo in cui esso si svolge, cioè è la cornice del dipinto, mentre è la storia della città a divenire fondamentale per venire a capo del mistero.

Cosa fai quando non scrivi: presentaci Filippo

Purtroppo riesco a scrivere solo quando non faccio altro, cioè la scrittura non è il mio lavoro ma per ora solo un hobby – uno splendido hobby che coltivo da quando sono ragazzo e per il quale cerco di ritagliarmi uno spazio, nonostante i mille impegni della vita quotidiana.

Il mio lavoro assorbe moltissimo tempo e quello che rimane cerco di dedicarlo alla mia famiglia: sono padre di due splendidi ragazzi e marito di un’altrettanto splendida moglie, ed a loro cerco di dedicare ogni minuto del mio tempo libero per costruire e mantenere passioni comuni. 

Sono infatti convinto che una famiglia per essere unita debba avere interessi condivisi da coltivare insieme; ecco che, quindi, ci appassionano i viaggi ed il mare in particolare (siamo sempre alla ricerca di qualche angolo nuovo da scoprire), il calcio (fortunatamente mia moglie Chiara non solo non lo odia, ma è addirittura arrivata ad esserne così appassionata da sapere ogni aspetto dei campionati non professionistici in cui giocano i nostri ragazzi) e poi la lettura, la storia, la musica e tante altre cose.

Quali sono i tuoi progetti per il futuro?

A livello di “hobby” letterario mi piacerebbe certamente scrivere un altro romanzo … perché come si dice “non c’è due senza tre!”.
A differenza però dell’altra volta in cui, non appena terminata la stesura de I Segreti della Pietra ero già consapevole che il secondo romanzo avrebbe avuto ad oggetto determinati argomenti e luoghi, questa volta ho di fronte a me tante idee ma nessuna certezza, il che non mi spaventa ma anzi mi entusiasma molto: ti confesso, infatti, che la parte che più mi piace dello scrivere è la fase preparatoria e di studio. 

Mentre faccio ricerca e approfondisco, scopro sempre aspetti nuovi che alla fine mi portano a “divagare”, ma mi arricchiscono molto.

Federica Cervini

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