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Solitudine, silenzio e attesa. Al Cinema arriva con Nexo Digital il grande pittore Hopper

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HOPPER È IL PITTORE CHE PIÙ DI OGNI ALTRO HA SAPUTO RACCONTARE LA GEOGRAFIA DELLE EMOZIONI, LA SOLITUDINE, IL SILENZIO E L’ATTESA

La Grande Arte al Cinema, la serie di spettacoli-evento organizzata da Nexo Digital, porta nelle sale cinematografiche italiane i prossimi 9 e 10 Aprile 2024 uno dei maggiori simboli dell’arte targata USA con il film: “HOPPER. UNA STORIA D’AMORE AMERICANA”.

Edward Hopper(1882-1967), artista quieto e riflessivo, raffigura nei suoi capolavori l’America popolare cioè quello stesso mondo che ha saputo affascinare ed incuriosire altri grandi autori quali Bansky, Hitchcock e Lynch – ciascuno nella propria forma d’arte.

Locandina Hopper (Nexo Digital)
Locandina Hopper (Nexo Digital)

Hopper ci ha lasciato una vasta eredità di quadri in cui parla della gente comune e del tema del silenzio e della solitudine che pervade le loro giornate. E’ stato uno dei più grandi artisti americani del XX secolo e mi ha sempre affascinata per i colori utilizzati, lo studio della luce e i soggetti che ha dipinto.


Ritengo che i suoi quadri appartengano al contempo sia al passato che al presente dell’America – ed il suo progetto di raffigurare uomini e donne nei momenti della loro vita suscita curiosità e perplessità.
Perché, mi sono domandata a lungo oggi durante la proiezione del film, la maggior parte dei soggetti raffigurati nelle tele appare di spalle?
Come mai non possiamo vederne il viso?

A mio parere l’intento di Hopper è stato quello di permettere a chi di volta in volta avvicina i suoi quadri di immaginare: a partire dal volto della persona raffigurata ciascuno di noi fruitori dell’opera può immaginare una vita, una situazione quotidiana e costruire una propria storia.

Il direttore del docufilm exhibition on screen “HOPPER. UNA STORIA D’AMORE AMERICANA” Phil Grabsky analizza nel film approfonditamente l’opera di Hopper e la sua vita e la cornice di relazioni umane che lo hanno formato – principalmente il suo straordinario rapporto di amore e di collaborazione professionale con la moglie Jo.

Artista anch’ella in principio, poi essenzialmente manager del marito, Jo seppe valorizzare l’opera di Hopper e proporne le tele al pubblico – tele che ancora oggi ci parlano in modo chiaro di un’epoca (l’America della prima metà del ‘900) e delle sue caratteristiche; nel film si assiste ad interviste ad esperti di arte nonché alla lettura di pagine del diario dell’autore e di pagine scritte dalla moglie Jo – e questo mi ha permesso di calarmi profondamente in un’ambientazione ed un’epoca che mi affascinano profondamente.

Inoltre mi ha appassionato e contemporaneamente sorpreso ciò che traspare proprio dalle pagine di quei diari – in particolare il rapporto tra marito e moglie e come Jo in definitiva abbia immolato la propria vena artistica a favore del talento del marito. Lui a sua volta, uomo chiuso e solitario, si è giovato della capacità manageriale della moglie – donna aperta, solare e curiosa di avvicinare e conoscere altre persone.

Il film “HOPPER. UNA STORIA D’AMORE AMERICANA” parla di amore da più punti di vista e raggiunge il cuore del pubblico in modo estremamente attuale. C’è l’amore dell’autore per l’America rurale ripresa nelle sue tele – paesaggi e campagne silenziose, uomini e donne soli. E poi c’è molto dell’amore per la moglie Jo – compagna di una vita e manager eccezionale dell’artista.

Cito il regista del film Phil Grabsky che spiega in queste parole come ha condotto la preparazione dell’opera:

Inizialmente sono stato attratto dall’idea di un uomo scorbutico, monosillabico e sgradevole, ma ho imparato che questa era una sintesi molto ingiusta dell’uomo Hopper, che è stato molto più complicato e complesso di così.Durante gli studi per il film, ho anche scoperto che non si può capire Edward Hopper senza capire sua moglie, Jo. È per questo motivo che, con il progredire delle ricerche, abbiamo cambiato il titolo in Hopper: Una storia d’amore americana, alludendo sia al suo amore per l’architettura e i paesaggi americani, sia al suo rapporto con Jo. L’eliminazione della folla dalle sue scene urbane ci permette di concentrarci sulla narrazione di una persona sola e della sua solitudine”.

 

Ricordo che “La Grande Arte al Cinema” è un progetto originale ed esclusivo di Nexo Digital, distribuito con i media partner Radio Capital, Sky Arte, MYmovies.it e in collaborazione con Abbonamento Musei.

Alla pagina web https://www.nexodigital.it/ è possibile leggere l’elenco dei cinema che in tutto il territorio italiano hanno in programmazione il film.

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Federica Cervini

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