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L’arte ci salva, qualsiasi sia la sua forma. Intervista alla scrittrice Manuela Fanti

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Buongiorno Manuela come stai?
Ho appena sollevato la testa dalle pagine del tuo incredibile thriller: raccontaci in sintesi la trama di L’odore della paura, fresco di stampa per Bertoni Editore.

Manuela Fanti - Scrittrice
Manuela Fanti – Scrittrice

La famiglia Sarti convive con il dramma della malattia del piccolo Daniel, una forma rara di epilessia: la madre, Sonia Forni, lavora part-time come cassiera in un supermercato, mentre il padre, Giulio Sarti, è area manager per una multinazionale tessile, occupazione che lo tiene spesso lontano da casa.
Il loro matrimonio ne risente, sia per i solchi indelebili che ha lasciato la malattia di Daniel, sia per l’assenza del marito.
Un giorno la polizia piomba nella loro vita: il commissario Mizio Serra segue le tracce di un serial killer, soprannominato la Bestia, che rapisce adolescenti e le restituisce fatte a pezzi.
Le indagini seguono il normale corso, fino a quando viene trovata un’auto abbandonata ed al suo interno si rinvengono oggetti appartenuti ad una delle vittime.
Da quel momento è caccia spietata all’assassino, inseguendo le sue tracce in un passato che stravolgerà il presente dei protagonisti.

So che hai in precedenza pubblicato nel 2022 un altro romanzo “Eco dall’inferno” – ci sono analogie o differenze tra i due romanzi?

Nessun legame, si tratta di due storie completamente diverse: in “Eco dall’inferno” c’era una componente sovrannaturale – che in questo romanzo non è presente – tre timeline ed un’influenza storica abbastanza incisiva.

“L’odore della paura” invece è un romanzo molto più psicologico ed introspettivo, una storia che stravolge la quotidianità di una famiglia così come potrebbe avvenire nella vita reale. 

Ho scelto un tema molto comune come la paura, che spesso passa inosservata, per puntare i riflettori su qualcosa che ognuno di noi magari si porta dietro per le più banali motivazioni; ad ogni personaggio ho dato una motivazione, più o meno importante, per avere paura.

Da chi prendi spunto per la costruzione dei personaggi del tuo romanzo?

Prendo spunto soprattutto dalle fragilità che riscontro nelle persone comuni: mi piace costruire personaggi veri, uomini e donne che sono stati un po’ maltrattati dalla vita, e, a seconda del loro percorso, definirne i tratti. 

Di certo amo i “perdenti”, quelli a cui la sorte ha un po’ voltato le spalle, quelli in un angolo, silenziosi e spettatori.

Poi ci sono le serie tv, che mi aiutano a memorizzare alcuni tratti dei loro protagonisti e non, e capita di ripescarli nella memoria mentre sono in stesura.

La vicenda si svolge in un borgo – Ezzano: esiste o è un paese della tua fantasia?

Il nome Ezzano è frutto della mia fantasia, ed in realtà ho descritto il territorio intorno a Tolè (Bologna), dove ho avuto il piacere di vivere per certi periodi della mia infanzia. 

Le case, i boschi, i calanchi, le strade: li ho bene in mente … soprattutto i rumori della notte!
Ricordo che il silenzio era talmente forte da farmi percepire anche il brusio degli alberi come se fosse in cuffia a tutto volume.

Quale personaggio femminile di L’odore della paura ti assomiglia di più e perché.

Diciamo che le mie donne hanno tutte un tratto di me, come una pennellata di colore che sfuma le imperfezioni e le rende uniche.
Ada Leone sicuramente ha molto più di me che tutte le altre: sarcasmo, determinazione e schiettezza.
Poi c’è l’arroganza di Alice alla sua stessa età, la fragilità di Sonia quando si sente sola, l’audacia di Anita scegliendo l’incerto senza paura, e infine, la follia sana di Luna. 

Un ingrediente tutto mio in ognuna di loro.

Parliamo dell’analisi psicologica dei tuoi personaggi: quanto è importante scrivere quali sono i pensieri dei personaggi – oltre a descrivere le loro azioni?

I pensieri dei personaggi aiutano il lettore a conoscerlo, a scoprirlo e a volte ad ingannarlo: cerco sempre di miscelare pensieri, considerazioni ad atteggiamenti.
Le parole lasciano il tempo che trovano nella vita reale, i fatti contano sempre di più e nel contempo osservare aiuta a comprendere meglio – e io guardo ai fatti!
Di conseguenza, do lo stesso peso anche nei romanzi alle azioni.

Programmi per il futuro: ci sarà un seguito alle vicende che si sono svolte ad Ezzano? 
Stai scrivendo altro?
Possiamo prevedere una serie con protagonista il commissario Mizio Serra?

Allora, in questo momento sto scrivendo un’altra storia fuori da Ezzano: si tratta sempre di un thriller, sempre colpi di scena e ci sarà ancora un’indagine – ma non come filone principale, senza i dettagli procedurali perché mi annoiano, in cui Mizio potrebbe apparire da un momento all’altro, ma non so … per adesso ancora sto valutando se accadrà oppure no.
Parlare di serie con protagonista Mizio Serra è ancora un po’ azzardato.

Cosa fai, oltre a scrivere, nella vita? chi è Manuela quando non scrive?

Manuela è una mamma. 

Poi, una retail manager ogni giorno: analizzo numeri, che ho sempre odiato, ma che alla fine ho imparato a leggere come un libro … diciamo che per farmeli piacere mi sono obbligata a comprenderne la logica. Se non mi addormento, di sera leggo abitualmente narrativa o thriller. Non amo i romance di nessun tipo. 

Il mio porto sicuro è King e una passeggiata al mare con me stessa: ho la fortuna di mettere le Asics, uscire di casa e camminare fino al mare quando mi va di farlo.

Concludiamo questa piacevole chiacchierata parlando di Manuela Fanti pittrice.

La pittura è stata una parentesi importante della mia vita; al contrario della scrittura, dipingere è uno sfogo immediato, è riuscire a proiettare il proprio stato d’animo su una tela senza bisogno di silenzio.  Sentire scivolare il pennello sulla tela è per me come lasciare andare i pensieri negativi, imprigionarli e trasformarli in qualcosa di bello.

L’arte ci salva, qualsiasi sia la sua forma.

Mio zio era un pittore, quindi ho sempre respirato l’arte in casa, sin da piccola, e ho sempre detto: un giorno ci proverò anch’io. 

E di solito, ricollegandomi al discorso dei miei personaggi, io tendo a fare ciò che dico.

Tra scrittura e pittura, famiglia e lavoro … direi che hai un bel po’ da fare: quindi di nuovo grazie per il tempo che ci hai dedicato.
ci rivediamo in libreria … o in spiaggia!
ciao Federica

Federica Cervini

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