Palcoscenico 

La crisi della famiglia in Lacci al Teatro Bellini con Silvio Orlando

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Ottima presenza di pubblico per la prima a Napoli di Lacci, la versione teatrale dell’omonimo libro di Domenico Starnone con Silvio Orlando e la regia di Armando Pugliese sul palco del Teatro Bellini.

E che cosa perdiamo, quando scegliamo di tornare sui nostri passi? Perché niente è più radicale dell’abbandono, ma niente è più tenace di quei lacci invisibili che legano le persone le une alle altre. E a volte basta un gesto minimo per far riaffiorare quello che abbiamo provato a mettere da parte.

Si può stare insieme in un nucleo familiare senza essere ipocriti e riuscire a gettarsi tutto dietro e proseguire in una triste quotidianità?

Questo ci si chiede alla fine della visione della riduzione teatrale di Lacci, l’ottimo libro di Domenico Starnone messo in scena da Armando Pugliese, con protagonista Silvio Orlando, fresco del successo Young Pope con Sorrentino. Parliamoci chiaro, per chi ha amato il libro, questa versione teatrale richiederà un po’ di tempo per essere digerita, come sempre. Soprattutto se si tiene conto dei tanti ostacoli da affrontare quando si mette in scena un libro del genere. Poi però c’è la bravura di Silvio Orlando vero padrone del palcoscenico e l’eccellente Vanessa Scalera che impersonano rispettivamente marito e moglie alle prese dei loro scheletri nell’armadio e della loro crisi. I lati oscuri della famiglia e gli alibi che man mano si pone la mente umana per giustificare i propri errori. Quei blackout incomprensibili che ti portano a scappare senza guardare indietro e senza porti domande. Ancor più incomprensibile è l’errore inverso di tornare, con la scelta di vivere una vita ipocrita, senza amore. Quei lacci che uniscono le persone e le tengono legate come la corda tiene un impiccato.

Il contesto è quello di personaggi appartenenti al mondo piccolo borghese, che si ritrovano travolti da situazioni e risvolti inaspettati, come per esempio il protagonista travolto da un nuovo inaspettato amore che sconquassa tutta la sua vita e la famiglia che si scopre poggiata su fondamenta di carta.

Si inizia con una serie di lettere scritte dalla moglie Vanda al marito che se n’è andato di casa. Un matrimonio arenato a causa della scelta improvvisa di lui, che l’ha lasciata con tanta rabbia e tante domande senza risposta. Perché sposati giovani all’inizio degli anni Sessanta, si sono ritrovati con dei figli e tanti cambiamenti di vita e di prospettive, quasi che “ritrovarsi a trent’anni con una famiglia a carico è diventato un segno di arretratezza più che di autonomia“. Così il marito si trasferisce a Roma per insegnare e qui conosce una donna molto più giovane di lui, Lidia, di cui si innamora e dalla quale si trasferisce a vivere giorni felici. Passa qualche anno fatto di rapporti tesi, una famiglia quasi allo sfascio con Vanda che tenta il suicidio e i figli che pian piano diventano più grandi. Poi all’improvviso, i lacci ricominciano a tendersi e lui decide di ritornare al suo matrimonio e alla responsabilità, tornare a vivere in un contesto senza amore, fatto di quotidianità e doveri, che però aggira continuamente con scappatelle e continui conflitti con Vanda. Un rapporto fatto di omissioni, bugie e privo di amore. Un’assenza di amore che si estende a tutti i componenti familiari, soprattutto con i figli, che crescono con tanta rabbia in corpo. La narrazione è a ritroso, con pezzi di senso inverso e intervalli dedicati a esprimere i diversi punti di vista. La scena si divide in monologhi, dialoghi, racconti e scontri. Una lotta intima senza valori raccontata quasi con un  un montaggio cinematografico. Una storia in cui coesistono il conservatorismo della moglie, l’aspirazione alla fuga del marito, un vicino osservatore interpretato da Roberto Nobile, e un giovane, Giacomo de Cataldo. Poi c’è la condizione di due figli cresciuti “male”, interpretati da Maria Laura Rondanini e Sergio Romano, con tanta rabbia repressa. Proprio quella rabbia alla fine esploderà, presentando il conto di una vita fatta di assenze.

Lacci è prodotto della società Cardellino di Silvio Orlando. Le prossime  date dello spettacolo saranno il 13 dicembre al Franco Parenti di Milano e il 25 dicembre al Piccolo Eliseo di Roma.

Daniele Maisto
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