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L’importanza dell’essere donna. Intervista a Noemi del progetto Diamante

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Cosa accade quando ci si lascia con una persona? Quali sono le reazioni emotive, quali sono gli atteggiamenti che mettiamo in funzione? Qualche giorno fa mi son messo a pensare alle mie storie passate, a quello che ho fatto, come mi sono comportato, dove mi sono rifugiato. Ci pensavo proprio mentre su Spotify mi è capitato di ascoltare “Kafka”, il pezzo d’esordio del progetto Diamante. 

Nella canzone, tra l’altro molto emotiva e bella, vien fuori che alla fine di questa storia d’amore raccontata, la protagonista, colei che si racconta e scrive il pezzo, si rifugia nella lettura di Kafka, come se fosse il luogo adatto e perfetto dove far trovare rifugio all’anima e ai sentimenti alla fine di una storia d’amore. 

Ero lì, davanti al computer e pensavo proprio a ciò che ho fatto io in passato. Mi rifugiavo nella musica, nell’ascoltare le cose che mi facevano stare bene, e anche nella lettura ma non proprio Kafka. Mai letto e associato a questi momenti. Dicevo, guardavo il monitor e ho pensato di contattare la formazione e chiedere loro perchè Kafka.

Le contatto e parlo con Noemi, una delle fondatrici del progetto insieme a Sara, Gaia, Daniela e Anna. Ciao Noemi, ho ascoltato il pezzo e mi è davvero piaciuto tanto. Prima però di parlare del pezzo vorrei conoscere di più gli sviluppi dietro la nascita di Diamante.

Ciao! Quando ancora “Diamante” non era stata creata, scrivevo e componevo in modo solitario. Da subito però ho percepito l’esigenza di condividere la mia musica con donne forti e in gamba, che avessero il mio stesso modus cogitandi e approccio alla vita. Così ho conosciuto Gaia, Daniela, Sara, Anna e facendo musica insieme a loro abbiamo capito quanto potesse essere interessante e importante dare al panorama della musica italiana, una versione di una band al femminile differente.  Più impegnata nelle tematiche sociali e dal pensiero totalmente liberale.  Così “Diamante” è diventato il nostro nome, proprio per quelle caratteristiche naturali del diamante che sono senza dubbio riconducibili all’essere donna.

Libertà, amore, rinascita. Ho ascoltato la canzone Kafka e sono sincero, mi è piaciuta molto. Fresco ma soprattutto vero, autobiografico. Visto che sono curioso sono andato a scoprire un po’ più di te sul profilo instagram. E c’è un post dove racconti proprio di questo momento tra te e la tua ragazza di quel tempo dove ti metti a leggere Il Processo di Kafka. Che fece da ristoratore dell’anima e da stimolo creativo per scrivere la canzone. Quanto è importante il tuo vissuto per il processo creativo?

Grazie per le belle parole sul nostro brano. La protagonista si rifugia nella lettura di Franz Kafka, proprio perché le emozioni che prova sono surreali. Ci pensi, quando soffriamo ci troviamo catapultati in un mondo che non conosciamo e, a volte senza renderci davvero conto del perché ci siamo finiti, viviamo appunto una situazione  quasi kafkiana. Un po’ ciò che accade ai protagonisti dei romanzi dello scrittore boemo.

Perché Kafka? Potrei dirle nuovamente di quanto il dolore che proviamo possa risultare simile alle vicende narrate dallo scrittore. La realtà, però, è che è un romanzo dentro al quale ci si può perdere senza avere il timore che possa ricordarci dettagliatamente la nostra storia finita male.

Ognuno di noi reagisce in modo differente a una delusione amorosa. Pensiamo a cosa avremmo potuto fare di diverso, a ciò che avremmo potuto dire, credendo che, se ci fossimo comportati in un altro modo, quella storia non sarebbe giunta al termine. La bellezza, però, sta proprio nel fatto che, nonostante queste sensazioni che ci attanagliano, riusciamo a venirne fuori più forti, più coraggiosi e diventiamo persino grati a quei momenti bui, perché ci hanno permesso di crescere e diventare migliori. Un po’ come succede appunto in “Kafka”.

È senza dubbio molto importante, ma non essenziale. Infatti i miei testi, raccontano spesso e volentieri anche di eventi sociali. Credo che in generale chi scrive, abbia il potere e il dovere di raccontare ciò che accade nel mondo. Se il messaggio viene veicolato attraverso la musica, credo possa arrivare in modo ancora più diretto a chiunque.

4 donne, 4 musiciste, 4 vite unite per raccontare la libertà. Quanto è facile o difficile oggi poterlo fare davvero liberamente?

Viviamo, per fortuna, in una società che permette di esprimerci senza censure. Cosa purtroppo non così scontata in molti altri paesi del mondo. Ciò però non toglie, che ancora molti argomenti siano considerati di seconda classe, da rilegare ad una nicchia, perché  invalidanti per una società, ancora sotto alcuni punti di vista, troppo impregnata di tabù..

Kafka è uscito in airplay e sulle piattaforme digitali la settimana scorsa. Domanda scontata ma di rito. Prossimi progetti? 

I prossimi progetti sono  assolutamente scrivere, suonare tanto e far ascoltare  a più persone possibile ciò che abbiamo da dire.

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