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Theia. Il viaggio musicale nello spazio di Tavo

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Intervista a Tavo per l’uscita di Theia, il nuovo ep.

Il 5 maggio è uscito Theia  il nuovo ep di Tavo.

Tavo, al secolo Francesco Taverna, è un cantautore alessandrino classe ‘93 che figura tra gli artisti emergenti del panorama indie pop italiano.
Già noto al panorama musicale per il suo disco d’esordio Funambolo, uscito per Noize Hills Records nel 2018, con questo nuovo lavoro musicale il cantautore piemontese ci permette ancora di più di entrare nel suo mondo e afferrare una parte di sé.

Theia

Theia, nuovo ep di Tavo, nasce come concept che prende come ispirazione una delle teorie sulla nascita della Luna, quella dell’impatto gigante della Terra con il pianeta Theia. Da questo disastro è nata la Luna che da secoli ispira poeti, cantanti e filosofi e che sembra avere lo stesso influsso su Francesco.
È lo stesso Tavo che raccontando del suo Ep spiega il titolo evocativo per un lavoro intimo che ci mostra un ulteriore aspetto della sua personalità :

Pochi conoscono la storia del satellite che da secoli ispira poeti, cantanti e filosofi (la Luna). Eppure, la sua esistenza e la sua nascita sono per me il più grande esempio di come ogni errore o fallimento passato possano essere motore di grandi successi a venire. Emozioni e scelte che spesso ci rendono estranei, fanno di noi alieni “tutt’altro che diversi”.

Il disco

Il disco appare un immersione musicale interiore che non lesina di evocazioni oniriche e di ironia.
Composto da sei tracce è aperto da L’astronauta e l’indiano. Viaggio onirico in cui Tavo ci prepara al viaggio chiedendo quasi ispirazione alla Luna.
Sulle stesse note riprende il tempo di Ballare e a seguire Annabelle che danno uno sguardo più intimo e sentimentale del cantautore, che riflette sulle proprie esperienze passate e su amori sbagliate. Atmosfere più psicologiche e oniriche si avvertono invece in Gange e Notte. In Sott’odio invece è la pungente ironia a farla da padrone.
Al centro di questo breve, ma complesso lavoro c’è comunque il cantautore che con la sua chitarra, i suoi testi e la sua voce si guarda dentro ci mostra se stesso. Un viaggio spaziale nell’universo che forse ci è più vicino, ma anche più sconosciuto, la nostra psiche.

Un’esperienza che un po’ tutti stiamo affrontando in questi giorni di reclusione forzata da quarantena.
Un qualcosa che Tavo prova a renderci più gradevole.

L’Intervista

In occasione dell’uscita su tutte le piattaforme di Theia abbiamo avuto l’occasione di scambiare quattro chiacchiere a distanza di sicurezza con Francesco Taverna.
Eccone il resoconto:

 

Theia è definito un ep che somiglia a un viaggio nello spazio. Come mai questo concept? 

Il concetto chiave dell’album è che “dai più grandi errori possono nascere bellissime opportunità”.Infatti il nostro satellite nasce da una collisione di un gigantesco pianeta, appunto Theia, con la terra più di quattro miliardi di anni fa. Le metafore sullo spazio sono cornice di un viaggio interiore, tra ricordi e sentimenti, un viaggio dentro noi stessi.

Dopo Funambolo sei ripartito con un ep di 6 tracce. Com’è stato uscire ora musicalmente in piena pandemia? 

Sarò sincero: la decisione, piuttosto ardua, è stata presa perché Theia è solo una piccola parte di quello che sarà un vero e proprio album.  Se fosse stato l’unico lavoro pronto, non sarei mai uscito in questo periodo. I concerti sono ancora la parte fondamentale per la promozione discografica (per fortuna).

Theia appare un lavoro intimo che sembra un viaggio dentro di te e in quello che ti circonda. Spazi da canzoni intime, ad altre più sentimentali, il tutto condita da grande ironia. Personalmente ho apprezzato tra tutte Gange e Sott’odio e trovo ma ci spieghi un po’ il tuo lavoro di scrittura e come nascono queste canzoni? 

Sott’odio fotografa in modo ironico la parte della società che più detesto. Quella affetta da una “malattia digitale”, dalla disinformazione, dalle persone che esprimono concetti senza averne maturato una riflessione, dall’ignoranza. Sono una persona con il sorriso stampato sulla faccia, non riesco neppure ad odiare con serietà! Ecco perché tratto le tematiche peggiori con ironia dialettica.  Gange non e altro che la rappresentazione dell’esatto istante in cui si interrompe una relazione. Il punto in cui si farebbe ogni cosa per recuperarla.

Quali sono le tue ispirazioni musicali? 

In realtà, nessuna in particolare. Non sono solito ascoltare la musica categorizzandola per genere e neppure tendo a mitizzare gli artisti. Ho ascoltato di tutto: cantautorato, pop, rock, elettronica, ho studiato il jazz al conservatorio. Amo la musica che mi piace, indipendentemente da genere o artista. Chi scrive deve ascoltare di tutto. Ogni ascolto è un potenziale ingrediente utile alla prossima canzone che scrivo.

Restando in tema di viaggio. In questo periodo di quarantena ci siamo tutti un po’ fermati, e quindi anche il tuo viaggio musicale ha avuto una sosta. Come giudichi quello che hai fatto fino a ora? 

Se mi guardo indietro, mi rendo conto che sono passati solo due anni dal primo disco, eppure, ripercorrendo le cose che sono accadute, i concerti, le persone conosciute, i kilometri macinati in auto… Credimi ci sono cosi tante cose fatte, che non saprei come riempire ogni giorno, di quelli passati, senza farlo esplodere.

Fare musica ai tempi del coronavirus. Come stai vivendo questo periodo, com’è stato non suonare live e quali sono i progetti appena sarà possibile suonare in giro?

Non ho avuto il tempo di dire “stop” che mi sono ritrovato in un mondo parallelo, fatto di social, dirette, interviste e palchi virtuali. In tutto questo fatico a trovare il tempo per pranzare o cenare.

Se da un lato si è fermato il mio primo vero tour con una grande produzione alle spalle (con tecnici audio/luci molto in gamba che lavorano anche per noti artisti come Ermal Meta o Cristricchi), dall’altro sono accadute tante cose bellissime, come la collaborazione con Levi’s per il live 501 e l’anteprima esclusiva del video di “Gange” per Billboard Italia.

 Il live per me resterà comunque insostituibile. È la cosa che più amo di questo lavoro. Il lavoro più bello del mondo!

Daniele Maisto
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