Baustelle @ Pomigliano Jazz Festival (Copyright Giacomo Ambrosino Photography)Live Report 

Amore e violenza in chiave jazz. Ecco il reportage del live dei Baustelle al PJF 2018.

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Estremamente sensibili e fortemente amati dal pubblico italiano, i Baustelle sono un gruppo toscano formatosi verso la fine degli anni novanta ed oggi, forse più del passato stesso, occupano un posto di rilievo nella storia della musica indipendente e possiedono un’identità tutta loro, la quale si esplica nel genio dell’attuale trio: Francesco Bianconi, Rachele Bastreghi e Claudio Brasini. Abbiamo avuto l’onore di partecipare ad un loro concerto, o meglio, allo splendido evento tenutosi nell’Anfiteatro Romano di Avella di cui parleremo; cogliamo l’occasione per rispolverare i grandi successi di questo gruppo e scoprirne insieme qualche curiosità.

Il Sussidiario (Sussidiario illustrato della giovinezza) è un po’ la pietra miliare dell’intera discografia, più attuale che mai e magnificamente profondo. La rivista “Il Mucchio Selvaggio” lo premia come “Miglior debutto indipendente”, mentre la rivista Critica Musica & Dischi lo definisce “Migliore opera prima”.

Il tema dell’adolescenza si avvale di molteplici sfumature, dal romantico al tragico, in un’ascesa graduale e passionale, tormentata così come lo è nella realtà. Le sonorità pop tradiscono grande capacità compositiva, testi di forte impatto emotivo in cui molti sono i riferimenti e le citazioni, permettendo così la creazione di un prodotto perfettamente adeguato alle necessità musicali del tempo. Il Sussidiario conferisce alla band un titolo d’onore nella scena indipendente italiana, e molto spesso si è parlato del suo fascino naif (al contrario di Malavita, o di altri album successivi, che hanno beneficiato di un budget assai più degno della loro composizione).

Fu proprio il passaggio da un’etichetta discografica indipendente ad una multinazionale (e non una qualunque, ma la Warner!) a permettere la pubblicazione, nel 2005, di Malavita, registrato a Torino dallo storico rock producer italiano Carlo Ubaldo Rossi. Poco prima Fabrizio Massara decide per la sua uscita di scena ed intanto il successo bussa alla porta dei Baustelle proprio grazie questo terzo album dove “il mal di vivere” prende il posto del tema della giovinezza.

Un eco d’interesse per tale tematica si riscontra anche nei lavori precedenti così come si ripresenterà nel futuro, un esempio è il brano “Noi bambine non abbiamo scelta” il quale si chiude con una simbologia del languore espressa nel nome del poeta Verlaine.

Amen fu la vera svolta: certificato disco di platino, si aggiudica la Targa Tenco come “Miglior album dell’anno” avendo la meglio sugli altri finalisti (Jovanotti, Afterhours, Roberto Vecchioni, Francesco De Gregori). Il disco ha risentito di una post produzione molto complessa mentre il concept è estremamente realista e forse, per la prima volta, anche speranzoso. Oltre alle 15 tracce sono presente anche due brani in negativo: “Spaghetti Western” e “No Steiway”. È forse Baudelaire una delle tracce più profonde e introspettive, in cui i molti personaggi citati (Saffo, Pasolini, Ciampi, Socrate …) sono più che semplici icone di una vita tormentata, volta alla denuncia e alla disillusione.

Il 29 Settembre, a Torino, la band festeggerà i dieci anni di questo intramontabile successo con un concerto-evento alle Officine Grandi Riparazioni. Sui social la band lo descrive come una sorpresa un po’ folle per concludere in bellezza il tour di Amore e Violenza.

Nell’aprile dello stesso anno pubblicano Giulia non esce la sera, colonna sonora del film omonimo di Giuseppe Piccioni. Il pezzo con la protagonista del film, Valeria Golino, vince il Nastro d’argento alla migliore canzone originale. In seguito al grande successo di Fantasma, album ricco e variegato, si aprono le due annate di Amore e Violenza, due album che completano la discografia dei Baustelle: l’uscita del secondo volume mette in chiaro la frenesia compositiva del trio, che sceglie, attraverso alcuni “dogmi”, di spaziare maggiormente in sonorità e ritmi. Un’anima retrò che esclude batterie e orchestra; nessun timbro digitale, nessun plugin o software, solo vecchi o nuovi sintetizzatori analogici.

Per la 23esima edizione del Pomigliano Jazz in Campania, dopo le tappe di Pollena Trocchia ed Ottaviano, prosegue la manifestazione nella consolidata cornice dell’Anfiteatro romano di Avella, da anni location di almeno uno degli appuntamenti dell’importante rassegna musicale campana. Un evento di ampio respiro, in cui i Baustelle sono stati affiancati dall’Orchestra Napoletana di Jazz, con una sezione di fiati diretta da Mario Raja, autore degli arrangiamenti preparati per canzoni come «Le rane», «Il minotauro di Borges», «La guerra è finita», «Il liberismo ha i giorni contati», «La vita» e lo strumentale «Ethiopia».

Nella meravigliosa cornice teatrale si sono esibiti Ileana Mottola e Alessandro Castiglione, conosciuti come ECLECTIC DUET, che hanno proposto un live di canzoni iconiche in chiave jazz. Eleganza, virtuosismi vocali e strumentali hanno aperto alla grande il concerto,  mentre i Baustelle e l’Onj ci hanno regalato momenti preziosi e grandi brividi coniugando i loro talenti, talvolta alternandosi, rendendo così possibile il mix di synth/indie pop col jazz. In chiusura Francesco Bianconi rivolge qualche parola agli spettatori, i suoi ringraziamenti all’Orchestra e all’organizzazione tutta. Comunica inoltre la scelta di salutare il pubblico con un ultimo brano, ripescato dal passato, omonimo dell’album in cui è inserito.

Si tratta di La moda del lento, il cui album risale al 2003 e si avvalse di grande libertà produttiva. Una serata magica all’insegna della condivisione e del divertimento, oltre che un appuntamento annuale che ormai rappresenta un’eccellenza culturale tutta campana.

Per tutte le notizie, la discografia completa e lo shop alleghiamo di seguito il sito ufficiale bella band e la loro pagina facebook.

http://baustelle.it/

https://www.facebook.com/baustelleofficial/

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