aseriesofunfortunateventsCinema Recensioni Rubriche 

A SERIES OF UNFORTUNATE EVENTS: look away.

Sharing is caring!

 

“Non guardare, non guardare, non guardare, non guardare,
Questo show rovinerebbe la tua vita notte e giorno
Ogni singolo episodio provoca sgomento,
tu non guardare, non guardare, non guardare”.

 
La sigla iniziale della nuova serie Netflix è chiara: non guardarla se non vuoi deprimerti. D’altronde, la storia dei tre fratelli Baudelaire, bene o male, la conosciamo tutti grazie al ciclo di romanzi scritto da Lemony Snicket e al film del 2004 di Brad Silberling.
Violet, Klaus e Sunny Baudelaire restano orfani dopo l’incendio che, oltre a distruggere la loro casa, ha ucciso i propri genitori. Orfani, soli al mondo e con un’enorme eredità vengono affidati al subdolo e perfido Conte Olaf, che fa di tutto per impadronirsi dell’eredità dei piccoli Baudelaire. Il tutto è narrato da Lemony Snicket in persona.
Un cast eccezionale per una serie che, a discapito degli avvertimenti iniziali, è da guardare tutta d’un fiato. Neil Patrick Harris è il Conte Olaf e mai scelta fu pià azzeccata. I suoi lineamenti, nonché la sua bravura a calarsi nel personaggio, lo rendono un perfetto, cattivo e manipolatore Conte Olaf. Violet è interpretata da Malina Weissman, Louis Hynes è Klaus e la piccola Sunny è interpretata da Presley Smith. Ai protagonisti principali si susseguono volti noti e meno noti della serialità e del cinema americano: Joan Cusack nel ruolo del Giudice Strauss, Alfre Woodard è la Zia Josephine, Catherine O’Hara è la dottoressa Georgina Orwell, Will Arnett è il padre e Cobie Smulders è la madre.
La serie è composta da 8 episodi che ripercorrono i primi quattro libri ed è stata confermata per una seconda stagione di 10 episodi che metterebbe in scena il quinto, sesto, settmo, ottavo e nono libro. Considerando che il romanzo è composto da 13 libri non escludo che possa esserci una terza serie.
Se nel film, l’ambientazione è tardo vittoriana e steampunk, nella serie è attuale e da provincia americana, ma la cosa che più colpisce è lo stile registico. Dopo i primi minuti di visione, dopo aver preso a cuore la triste sorte dei tre fratelli, sembra di essere in un film di Wes Anderson a metà tra Grand Budapest Hotel e Moonrise Kingdom.

Una bambina carina e un bambino occhialuto che vengono inseguiti in lungo e in largo dal cattivo di turno per impossessarsi dell’eredità, se ci si riflette bene è come se i due bambini di Moonrise Kingdom fossero inseguiti da Adrien Brody. Un’altra cosa che salta subito agli occhi è come il colore sia una parte fondamentale. Colori vivaci si alternano a colori cupi. Se si fa attenzione è possibile notare come i colori vivaci caratterizzino la parte felice della storia, infatti quando i bambini sono felici o sono circondati dalla positività, sole e colori sgargianti fanno loro da contorno, quando invece vivono episodi sgradevoli, tristi e pieni di negatività, i colori diventano scuri e tetri.
In attesa della seconda serie, vi sconsiglio caldamente di non guardare A Series of Unfortunate Events perchè vi conquisterà e vi affezionerete così tanto ai tre Baudelaire e sarete così coinvolti a cercare indizi per risolvere gli enigmi che vi si presenteranno, che quando arriverete alla fine vi sentirete come se vi avessero tolto un pezzo di vita.

Sharing is caring!

Related posts

Leave a Comment