Teatro 

Da martedì 14 marzo al Bellini, teatro a tema ludopatia con “Il giocatore” di Dostoevskij

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Cresce l’attesa per la prima de Il giocatore, la terza tappa della “Trilogia della libertà” serie di spettacoli prodotti dalla Fondazione Teatro di Napoli – Teatro Bellini a tema di libertà e perdita della stessa.

Ritorna in scena la grande letteratura con “Il giocatore” di Fëdor Dostoevskij, nella rilettura e adattamento di Vitaliano Trevisan e con la regia di Gabriele Russo che dal 14 al 26 marzo sarà in scena al Teatro Bellini di Napoli, portando il tema della ludopatia e la dipendenza da essa sullo storico palcoscenico napoletano.

“Il giocatore” è la terza tappa della “Trilogia della libertà” dopo Arancia Meccanica e Qualcuno volò sul nido del cuculo, con il tema della libertà e la sua limitazione, più o meno inconscia.

Ne abbiamo parlato con il regista Gabriele Russo e il cast di attori durante la conferenza stampa al Teatro Bellini per la presentazione dello spettacolo. Russo ha motivato così la scelta del testo del grande romanziere russo.

Erano diversi anni che avevo voglia di affrontare in teatro il tema del gioco d’azzardo e, dopo aver letto molti testi contemporanei sull’argomento, più andavo avanti nelle ricerche più mi convincevo che nulla era più adatto de Il giocatore di Dostoevskij.

Ci si muove quindi nei meandri dei vizi umani e il gioco d’azzardo con la ludopatia sono temi attuali e di grande impatto sociale. Nel collegamento con l’attualità è lo stesso Russo a spiegare come il testo non perde il suo impatto e la sua carica di attualità.

Inevitabili sono le analogie con l’oggi, con il ruolo che al gioco d’azzardo è stato assicurato dalla nostra società. Ecco perché quando vedremo la baboulinka o il giocatore perdere tutti i loro soldi al casinò forse, per un attimo, ci dimenticheremo che si tratta dei personaggi di Dostoevskij e vedremo, più genericamente una vecchina, sola, in preda al vizio del gioco o un giovane compulsivo perso in un video poker. Per amplificare e sostenere il dialogo con la contemporaneità senza perdere il rapporto con il testo e con la narrazione, ho scelto un ambientazione che fosse atemporale, creata da contaminazioni fra passato e presente, antico e moderno; questo vale per la scena, per i costumi, per le musiche e, naturalmente, per il linguaggio.

Il cast

Calcheranno invece il palcoscenico attori già noti al pubblico del Bellini, il protagonista sarà Daniele Russo nella parte di Aleksej/Fëdor Dostoevskij. Russo già protagonista dei precedenti episodi della Trilogia della libertà: Arancia Meccanica (diretto da Gabriele Russo) e Qualcuno volò sul nido del cuculo (diretto da Alessandro Gassmann), tra il serio e il faceto si è detto entusiasta, onorato, ma anche frastornato e un po’ impaurito al pensiero di dover interpretare un personaggio di Fëdor Dostoevskij. Il cast è composto da Marcello Romolo, nella parte de Il generale; Camilla Semino Favro, che sarà Polina e Anna Grigor’evna; Paola Sambo sarà Baboulinka; Alfredo Angelici sarà Mr Astley; Martina Galletta sarà M.lle Blanche; Alessio Piazza sarà il croupier; Sebastiano Gavasso sarà De Grieux.

Per quanto riguarda le scene, a cura di Roberto Crea, saranno fisse in tutti e tre i piani temporali in cui si svolgerà la storia. A infondere dinamicità temporale saranno i costumi (a cura di Chiara Aversano), i movimenti scenici (a cura di Eugenio Dura), le luci (a cura di Salvatore Palladino) e i personaggi stessi. In una narrazione che avrà come tema centrale la ludopatia e la dipendenza da essa.

Ludopatia

Su questo tema, proprio in occasione dello spettacolo, il Teatro Bellini in collaborazione con l’Università Federico II e con la “Commissione Scuola e Istruzione” del Comune di Napoli ha realizzato un progetto per la sensibilizzazione al tema. Infatti, nel foyer del teatro sarà allestita una mostra dal nome AZZARDO: non chiamiamolo gioco, costituita dalle opere di 36 noti vignettisti italiani che hanno trattato il tema del gioco d’azzardo con ironia.

Perché il teatro non deve inviare un messaggio preimpostato, deve trattare tempi e argomentazioni, far sorgere discussioni e dibattiti e permettere che lo spettatore maturi una propria consapevolezza.

Daniele Maisto
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