Alessandro AngelelliIn evidenza Quattro chiacchiere con 

“Metallo Pesante” la silloge poetica di Alessandro Angelelli. L’intervista

Sharing is caring!

“Metallo Pesante” è il nuovo libro di poesie di Alessandro Angelelli, pubblicato da L’Erudita. Il volume raccoglie i pensieri di un uomo che dialoga con la propria anima su quanto la vita offre finché decide di togliere.

Famiglia, genitori, figli, amore e anche dolore per la mancanza degli affetti, sono alcuni dei temi che il poeta trasforma in poesia per trovare il suo “Heimat”, il luogo in cui ritrovare la felicità avuta in passato e forse perduta, in un passaggio onirico tra passato e futuro attraverso un quotidiano intenso che non si limita all’esperienza individuale, ma riesce a diventare un universo. In questa intervista l’autore ci racconta il suo ultimo libro.

Ciao Alessandro! Per rompere subito il ghiaccio, come nasce la passione per la scrittura e in particolare per la poesia?

Scrivere è stata una diretta conseguenza di oltre venti anni passati in teatro e forse anche della voglia di mettersi in gioco in una nuova avventura. Per quello che è il mio carattere provare a superare i miei limiti è un esercizio continuo e quindi, un giorno, mi sono detto che non sarebbe stato male provare a mettere su carta i miei pensieri. Ho cominciato con dei racconti, poi con una drammaturgia teatrale e poi con le poesie.

In libreria e negli store digitali il tuo nuovo libro dal titolo “Metallo Pesante”. Come è nata l’idea di scrivere questa raccolta di poesie?

È nata un giorno preciso di marzo di tre anni fa. Assieme con la mia compagnia, Icdun Teatro, eravamo impegnati in una performance teatrale a Cesano Maderno, vicino a Milano. Io avevo il ruolo di introdurre alcuni personaggi che rappresentavano dei loro monologhi. Decidemmo che avrei agito come uno scrittore che accoglieva e intratteneva il pubblico tra una scena e l’altra. Aprì la performance raccontando una poesia da me scritta, lessi loro “Notte” nei cui versi è, tra l’altro, contenuta una strofa che ha dato il titolo alla silloge. Alla fine di quella bella giornata ricevetti molti complimenti per quella poesia e capì che, forse, potevo scriverne altre e, un giorno, pubblicare una raccolta. Ed eccoci qui… È passato un po’ di tempo, ma il mio libro è tra me mie mani e spero verrà letto molti

Il libro "Metallo pesante"
Il libro “Metallo pesante”

Da quale idea nasce la copertina del libro?

Tra le mie passioni c’è anche la fotografia; l’immagine di copertina è una mia foto scattata nel parco della mia città, Monza. Ho pensato rappresentasse bene il mood della silloge: un albero spoglio, in bianco e nero, all’apparenza anche un po’ tetro, ma con dietro un bellissimo sole splendente, una metafora delle contraddizioni tra sentimenti e situazioni, anche dolorose, che portano alla bellezza; c’è molto di questo in “Metallo Pesante”. Ho proposto la foto alla mia casa editrice, L’Erudita, ed è piaciuta.

Nel 1993 cominci a frequentare il Teatro della Contraddizione di Milano. Raccontaci il tuo percorso teatrale.

Un percorso lungo, ancora non concluso, fatto di mille notti insonni, molta passione e tanti spettacoli stupendi in quella che è la compagnia di Teatro di Ricerca più importante della scena milanese. Per me il Teatro della Contraddizione vuol dire casa, famiglia e amicizia. Sono entrato per caso, portato da un amico, senza neanche tanta voglia di fare teatro e sono rimasto lì per più di venti anni. Come si suol dire, ho varcato quella soglia da ragazzo e ne sono uscito uomo. Per diverse ragioni le nostre carriere artistiche si sono un po’ allontanate ma il TdC è sempre un mio punto di riferimento importante. Negli ultimi anni ho cominciato a lavorare con la compagnia Icdun Teatro, assieme ad Eugenio Vaccaro e Daniela Franco, portando in scena nuovi progetti. Tra questi, in autunno vorremo rappresentare una drammaturgia da me scritta: “Heimat” che, tra l’altro contiene alcune delle poesie presenti in “Metallo Pesante” mentre a breve, a fine maggio, rappresenteremo il nostro spettacolo storico “Alegher – che fatica essere uomini” al Nuovo Teatro delle Commedie di Livorno.

Un progetto a cui vorresti dar vita, prima o poi…

Adesso il mio obiettivo è fare in modo che Metallo Pesante venga letto da più persone possibile e, spero, apprezzato. Sono molto concentrato su questo anche perché credo molto in quello che ho scritto; penso veramente che Metallo Pesante è un bel libro, pieno di passione e amore che potrebbe entrare nei cuori di chi lo legge e i primi riscontri che sto ricevendo dai lettori vanno in tal senso ma c’è ancora tanto da fare, tante persone da conquistare.

Però, per rispondere alla tua domanda, continuo a scrivere molto e forse un giorno potrei cominciare a pensare a dedicarmi anche alla narrativa. Chissà…

Sharing is caring!

Related posts

Leave a Comment