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Tutta l’arte è perfettamente inutile. Intervista ai Pixel

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Mondo Vuoto, perché?

Il titolo del nostro nuovo disco può essere interpretato in più modi, a seconda delle immagini che evoca nella mente dell’ascoltatore. Non c’è una vera e propria chiave di lettura perché ascoltando il disco ognuno può ricavarne una sua, del tutto personale: ci piace che sia il pubblico a trarre le conclusioni da ciò che scriviamo e componiamo, e “Mondo Vuoto” è un titolo che lascia spazio a mille diverse possibilità.

Da dove traete ispirazione?

Ci sono molti punti in comune nella musica che ascoltiamo, ma ognuno di noi trae ispirazione da artisti differenti. Probabilmente il sound finale del gruppo rispecchia per lo più i miei gusti musicali (chi parla è Andrea, voce del gruppo) poiché sono l’autore dei testi, ma in fase di composizione il contributo che ogni membro della band apporta al nuovo pezzo si equivale.
Se dovessimo citare il gruppo straniero e quello italiano che più ci influenzano a livello compositivo diremmo Interpol e Verdena, ma l’ispirazione più in generale arriva, per forza di cose, anche dalla scena musicale italiana attuale: Francesco Motta, per esempio, è un artista italiano che abbiamo ascoltato moltissimo nell’ultimo periodo.

Cosa rappresenta il Rock Underground per voi?

Non sappiamo dire con esattezza quando una band possa essere definita “Underground” o quando smette di esserla, soprattutto nella scena musicale contemporanea in cui i social offrono a tutti gli stessi mezzi e le stesse opportunità di farsi notare, siamo però convinti che là fuori ci siano un sacco di ragazzi che, come noi, spendono veramente tanto tempo dietro alla propria Musica curandone ogni minimo dettaglio, e questo pensiero basta e avanza per spingerci a migliorare come band ed a comporre materiale nuovo in continuo.Per me, l’esempio di “Rock Underground” per eccellenza è quello dei Diaframma: un gruppo con una carriera trentennale alle spalle che, pur non avendo mai sfondato completamente, ha sfornato dischi su dischi per anni, e la cui persistenza alla fine è stata premiata.
Li siamo andati a sentire poco tempo fa in Skaletta (noto locale underground di La Spezia): vedere Federico Fiumani che a quasi 60 anni sta sul palco con la carica di un ragazzo di 20 è qualcosa di sensazionale.

Come fate ad essere così prolifici?

Il fatto di essere prolifici dipende totalmente dalla voglia e dalla passione che ogni componente del gruppo investe nel progetto. È importante che ci sia almeno un membro che componga idee e spunti nuovi, che possano essere utilizzati come punto di partenza quando ci si ritrova in sala prove per la composizione di nuove canzoni.Personalmente, da un po’ di tempo a questa parte ho fissa in testa una frase che mi stimola molto: “Tutta l’Arte è perfettamente inutile”, tratta da un libro di Oscar Wilde. Trovo che in queste parole sia racchiusa l’essenza di qualsiasi Artista (musicista, scrittore o pittore che sia) che si cimenta nella propria Arte per il puro gusto di farlo. Non fraintendetemi, è chiaro che chiunque dedichi del tempo a creare qualcosa spera che un domani più gente possibile possa apprezzare il suo lavoro (chi afferma il contrario mente), ma se la prima persona che vuoi soddisfare quando componi qualcosa di nuovo sei te stesso, tutto assume una prospettiva diversa.E soprattutto perchè se non fossimo a comporre qualcosa di nuovo, ci masturberemmo semplicemente di più.

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