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Come si dice dream? Storie di minori nel libro di Louise Mottier

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Come si dice dream?

Storie di minori stranieri non accompagnati, fra integrazione e futuro incerto

 

Mercoledì 23 novembre, per la collana di Edizioni Gruppo Abele i Trampolini dedicata agli adolescenti, esce in libreria Come si dice dream? Storie di vita di adolescenti in esilio, di Louise Mottier con illustrazioni di Michela Tirone. Un viaggio attraverso la quotidianità di una comunità genovese per minori stranieri non accompagnati, fra vite che s’intrecciano e la ricerca di un futuro stabile. Il libro ha partecipato al Premio letterario per scrittori esordienti Italo Calvino ed è stato pubblicato in Francia nel 2021 con il titolo Les Conquérants per le edizioni Hors d’atteinte.

 

Io ero dalla parte giusta, ma i miei amici sono morti

«Una sera si imbarca su una nave con più di cento persone, di cui “molte, molte donne”. Con le sue mani, mima la barca che si volta: – Non ha funzionato. Un lato della barca si è rovesciato, la gente è caduta in acqua. Io ero dalla parte giusta, ma i miei due amici sono morti». A 16 anni Momo ha già visto la morte: dal Mali alla Costa d’Avorio, e poi il viaggio per l’Italia passando dalla Libia e dai suoi torturatori. A 16 anni i suoi coetanei italiani frequentano le scuole superiori, e difficilmente hanno visto morire qualcuno.

Jallow, Dhimitris, Yobo, Momo, Bakaye, Alji, Doumbia, Joseph, Mamadou, Lassana, Yaya: Come si dice dream? ripercorre intensamente i due anni di Louise Mottier come educatrice di una comunità genovese per minori stranieri non accompagnati. E dietro ogni nome – scelto da loro stessi – una storia, fatta quasi sempre di dolore, di lontananza, di ricerca. Bambini che, da soli, hanno attraversato Oriente e Occidente per cercare una nuova vita, una nuova storia e mezzi per sostenere la famiglia d’origine. Ragazzi che spesso non sanno più niente dei propri genitori, rimasti chissà dove o forse già morti. Alcuni che vogliono dimenticare tutto, e altri che, con estremo orgoglio, rivendicano la propria nazionalità, le proprie radici. Louise Mottier racconta delicatamente la vita che ognuno di loro ha ricostruito, passo dopo passo, dentro la comunità di Genova. Un luogo sui generis che ognuno di loro ha potuto chiamare casa. Almeno per un po’.

 

Diciannove adolescenti, tutti diversi

Come si dice dream? ci apre una finestra sulla vita (stra)ordinaria dei giovanissimi protagonisti. In una Babele dove il traduttore del cellulare diventa lo strumento più importante, Louise Mottier ripercorre la quotidianità dei suoi piccoli nomadi – come li chiama lei – e le giornate dentro e fuori la comunità. Come si organizzano le vacanze estive, le gite o il Natale dentro una comunità per minori? Come si affrontano le tensioni, quando una parola sbagliata può scatenare le peggiori liti? Come si pianificano le spese, le cene, gli appuntamenti con le ragazze? Come si mettono insieme diciannove adolescenti che non condividono cultura, religione, etnia, neppure la lingua?

«Spesso mi chiedo cosa significhi educare, cosa fa l’educatrice. Per i miei giovani, chi sono io?» si chiede Mottier in un passaggio molto intenso. Il volume, accompagnato dagli acquerelli di Michela Tirone, pone lettrici e lettori davanti al proprio privilegio: quello di avere una casa, del denaro, una famiglia, una società che ti riconosce, dei documenti in regola. Come si dice dream? ci mostra la vita di giovani uomini in costruzione e, nel farlo, ci mostra le contraddizioni della nostra società, i suoi razzismi e le sue iniquità.

 

L’autrice e l’illustratrice

Louise Mottier è nata in Francia nel 1995. Dopo gli studi di Scienze sociali e politiche, ha iniziato a lavorare come educatrice, prima a Parigi e poi a Genova, dove per due anni si è occupata di minori non accompagnati.

Michela Tirone è nata a Genova nel 1982, città dove vive e lavora dal 2015 nella progettazione grafica come libera professionista. Realizza illustrazioni a mano e in digitale. Dal 2019 segue con passione il gruppo Urban Sketchers Liguria con cui realizza disegni di paesaggi urbani “en plein air”.

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