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Intervista a Silvia Conti: il nuovo singolo è dedicato ad Erriquez

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Dedica alla vita, al tempo, alla fragilità. Dedica di rabbia e di consapevole rassegnazione… ma anche dedica dal retrogusto blues e dannato dentro le roche smagliature della bellissima voce di Silvia Conti che torna in scena con un nuovo singolo dal titolo “Il filo d’argento (per Enrico)”, canzone pubblicata dalla RadiciMusic di Firenze e che custodisce il suo personalissimo dolore per la scomparsa di Erriquez della Bandabardò. Immagini caleidoscopiche in questo video di lancio ad impreziosire il suono arrangiato e diretto da Bob Mangione. Il sentimento è fragile ma al tempo stesso sembra divenire di pietra, sembra esserci un confine tra il tempo sognato e quello crudo della realtà. Si spezza un filo sottile, d’argento come dice lei, perché così è il calore l’ingrediente che meglio transita su di esso. E sono innumerevoli le allegorie dentro un brano che non cerca la definizione e la particolarizzazione, ma resta impersonale, pulito, dignitoso… resta l’uomo attorno ad un suono suonato.

Noi iniziamo sempre partendo dal fascino che c’è dietro certe scelte. Partiamo da “Il filo d’argento”. Perché questo filo… perché d’argento…

D’argento perché l’argento è il metallo che ha più capacità di condurre calore, proprio come Enrico. Il filo rappresenta il nostro legame ma anche la fragilità della vita, della nostra esistenza. Viviamo, fortunatamente, come inconsapevoli del breve tempo che abbiamo a disposizione, sprecandone la maggior parte in cose futili o poco significative per noi. Ecco, questo Enrico non lo ha fatto, ha vissuto appieno la sua vita, ha avuto tanto e ha dato tanto.

E poi il video. Da più parti leggiamo che hai voluto incastonare l’ecletticità di Erriquez… secondo te invece cosa manca?

Secondo me non manca niente, esprime esattamente quello che volevo, senza ridondanze, senza sentimentalismi, senza “decorazioni”, permettimi il termine, che potessero in qualche modo distorcere il mio ricordo di lui. Ho cercato l’essenza, ed è venuta fuori un’esplosione di colori.

E come l’hai potuto realizzare?

Era un video che avevamo già, è di un artista americano. L’avevo acquistato tempo fa e l’ho usato spesso come sfondo per i miei concerti. Quando cercavamo qualcosa che rappresentasse al meglio la figura di Enrico ci è semplicemente venuto in mente.

Silvia Conti già dallo scorso singolo sta virando al blues… posso chiederti perché?

Perché il blues o ce l’hai o non ce l’hai, non puoi inventartelo o costruirlo, e quando ce l’hai prima o poi viene fuori, emerge. In questo caso particolare poi è stato così naturale…il blues ha in sé il tormento dell’anima e questa canzone è stata un’esperienza dolorosa, sia scriverla sia cantarla sia riascoltarla…

E resterà una direzione fissa per il tuo prossimo disco?

Credo di sì. Il blues è nelle fondamenta di tutto quello che sto scrivendo e quindi sì, emergerà in modo più sottile o più prepotentemente ma sarà lì, manifesto. Purtroppo il blues in Italia non è ritenuto attuale mentre in America e in Inghilterra le nuove generazioni di musicisti lo conoscono bene e lo fanno evolvere e vivere. Nel mio piccolo cerco di fare del mio meglio qui in Italia, sperando che le cose possano cambiare.

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