Domenico Palapoli (Dasp)Interviste On Stage Rubriche 

L’anima scalza in cerca di una via. Intervista a Domenico Palapoli, in arte DASP

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“L’indipendente italiano” è il primo album di Domenico Palapoli, in arte DASP: un musicista calabrese che in questo disco riunisce tutti i propri inediti. Da pochi giorni è uscito anche in digitale con i suoi 8 brani, di cui un intro e un intermezzo strumentali. Il giovane musicista racconta nei suoi brani le difficoltà di esprimere alcune emozioni e di vivere nel presente quando si è ancorati al passato, dando una base musicale, più che a un semplice testo, a una vera e propria poesia.

Dunque visto che i suoi testi sono anche un po’ criptici, abbiamo deciso di intervistare Domenico per farci raccontare come sono nate le sue storie musicali e spiegarci alcuni dei significati più nascosti dei suoi brani.

Ciao Domenico! Ti ringrazio di averci dato la possibilità di confrontarci con te. Innanzitutto volevo chiederti: Come ti fa sentire l’aver finalmente pubblicato un tuo album?

Un grazie a voi per avermi dato la possibilità di parlare del mio ultimo lavoro. 

Sono molto felice di aver pubblicato il mio primo album. Si tratta di una raccolta di brani compost e suonati ormai da troppi anni. Con l’album hanno finalmente visto la luce.

A quale dei tuoi brani sei più affezionato oppure ci hai dovuto lavorare maggiormente? Puoi dirci il perché?

Sono legato a tutti i brani dell’album per ragioni diverse ma in generale perchè li ho scritti in periodi importanti della mia vita, periodi che mi hanno segnato profondamente.

Se penso ad un brano a cui ho dedicato più energie, mi viene in mente 1960. Dopo varie prove ho pensato che suonarla in acustico era la cosa giusta da fare.

Nel brano “1960” rievochi il fantasma di quei tempi. Ma gli anni ’60 vengono nominati anche in altri testi, o in generale “un tempo passato”. Cosa ti lega a quel periodo? Senti di essere nato nell’epoca sbagliata? Sei tu “l’anima scalza in cerca di una via”?

Grazie a mio padre e a mia sorella ho sempre ascoltato musica risalente agli anni 60 e sono sempre rimasto affascinato da quell’epoca. Nel concept dell’album ho pensato all’ immaginario di un artista di quegli anni, all’improvviso catapultato nei giorni nostri.

Con “L’anima scalza in cerca di una via” mi riferisco a un artista pieno di idee valide che non vengono capite o sostenute e quindi si trova tormentato dal dubbio se condividerle (con il pubblico) o meno.

“Solo per te” e “L’incontro” sono brani che parlano soprattutto di un’intimità spirituale e mentale con una donna. Sono dedicate a qualcuno oppure è ciò che tu cerchi in una compagna di vita?

“Solo te” e “L’Incontro” sono forse i brani più romantici dell’ album. Quando ho pensato al concept ho pensato anche alla musa ispiratrice dell’artista. 

“Solo te”, è una lettera d’amore scritta in tempi passati mentre ne “L’incontro”  l’artista si imbatte in un libro che parla dell’amore per una ragazza, successivamente scoprirà di esserne l’autore e di averlo scritto in un’epoca passata di cui ha ricordi sfuocati (ispirato al film Number 23). 

Entrambi i brani sono pieni di elementi e pensieri personali legati alla relazione di coppia.

Tramite la tua musica cerchi di trasmettere agli altri le tue storie, sentimenti o desideri. Ti piacerebbe in un futuro mettere la tua vita su carta e non sul disco? Come testimonianza e magari anche incoraggiamento per giovani musicisti come te?

Certo. Mi piacerebbe scrivere qualcosa per incoraggiare i giovani che come me cercano di affermarsi nel panorama musicale indipendente italiano. In giro ci sono molti artisti validi che vogliono farsi conoscere ma che spesso non vengono sostenuti. 

Quali sono i tuoi progetti per la tua vita professionale?

Al momento ho molti progetti che vorrei realizzare e questi non fanno che stimolarmi per realizzare nuova musica. 

Nel mese di Marzo avrei dovuto iniziare un master in sound design ma l’emergenza del Covid 19 ha fatto slittare il tutto. Resta comunque un campo di grande interesse professionale. 

 

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