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Divertirci e far divertire. Quattro chiacchiere con i Camera a Sud

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I “Camera a Sud”: Una finestra sulla storia della musica italiana rivisitata in chiave elettro/swing.

“Qui dove il mare luccica e tira forte il vento, su una vecchia terrazza davanti al golfo di Surriento”, si dice che Dalla scrisse questa canzone affacciandosi dalla stanza di un albergo di Sorrento, dove era solito alloggiare Caruso, noi invece ci spostiamo molto più al sud, in Sicilia, precisamente in una “Camera a Sud”. Ed è proprio “Camera a Sud” il nome della band che intervisteremo oggi.

Composta da quattro musicisti uniti dalla stessa passione per lo swing e per il rock ‘n roll. Vi presento: il contrabbassista Carmelo Siracusa (fondatore della band), alla voce Manuel Castro, alla chitarra Giuseppe Nasello e alla batteria Ivan Newton.

Eravate già amici? O tu, Carmelo, hai fatto dei provini?

Ciao a tutti e grazie per lo spazio che ci avete dedicato. Nessun provino, tutti siamo amici di breve o lunga data, un giro di telefonate e tutto è cominciato e dura già da 8 anni.

Com’è nata l’idea di trasformare questi grandi classici della musica italiana, oltre, ovviamente, alla passione che vi accomuna?

È sempre una grande responsabilità riarrangiare un successo del passato. Il rischio è quello di banalizzare o scimmiottare qualcosa. Guardando indietro però, siamo davvero contenti del lavoro svolto in studio. Ogni brano ha acquisito la sua personalità perché ognuno di noi ha messo a disposizione il proprio background musicale che attraverso il continuo confronto ha portato questi risultati. Lo stesso metodo lo utilizziamo nella realizzazione dei videoclip siamo sempre alla ricerca di un’idea originale. Gli artisti che abbiamo scelto di riproporre hanno un enorme spessore e personalità, Buscaglione, Carosone, Celentano, Arigliano, Pavone… Peschiamo dal passato perché il nostro repertorio attinge a piene mani da quei brani che sono i tasselli della storia della nostra musica e della nostra cultura.

Come capite qual è l’arrangiamento giusto per ogni pezzo?

Quasi tutti i brani che riarrangiamo e registriamo passano da un test live, nel senso che li suoniamo durante i concerti e testiamo l’appeal che possono avere sia sul pubblico che sul divertimento e l’energia che ne traiamo suonandoli. L’idea di arrangiamento nasce dal confronto e dalle idee che ognunodi noi mette in campo.

Parliamo un po’ del nuovo singolo uscito l’8 maggio, dalla canzone di Rita Pavone: Geghegè. E’ un pezzo ritmato in stile americano che viene voglia di ascoltare e ballare più volte al giorno.

Geghegè è un brano energico che ci diverte e che scatena il nostro pubblico ad ogni concerto. Un concentrato esplosivo in pure stile rock ‘n roll.

Nel video vestite in modo particolare, da strisce in bianco e nero, all’abito dai colori dell’arcobaleno. C’è un significato particolare? Come mai vi siete ispirati ai fratelli Dalton?

Il videoclip è ispirato alle grandi rock band del passato. La nostra amata Sicilia ci permette location particolari. Il Look a righe, stile fratelli Dalton, richiama il mondo degli anni 60, invece quello colorato rappresenta per noi un messaggio di speranza e spensieratezza verso il futuro.

Raccontatemi delle vostre prime apparizioni in pubblico e come siete stati accolti.

Siamo partiti subito col piede giusto, sin dal primo concerto è stato un successo, la gente è rimasta coinvolta dalla musica e dallo spettacolo che ha come scopo principale il coinvolgimento. Ovviamente era solo l’inizio perché c’è stato e continua ad esserci un grande lavoro dietro e anche un’immensa passione.

C’è qualche aneddoto divertente riguardante la vostra carriera, capitato in questi nove anni, che potete raccontarci? Persone particolari con cui avete avuto a che fare?

Persone particolari sempre ed è anche questo il bello perché ci permette di instaurare un feeling divertente durante i concerti anche se a volte vanno anche sapute gestire. Aneddoti ce ne sarebbero centinaia. Ricordo con piacere uno dei nostri primi concerti, abbiamo suonato per un evento privato un pomeriggio d’estate e nel frattempo abbiamo ricevuto una richiesta per un concerto la stessa sera a 150 km di distanza.

Abbiamo accettato senza indugi. Abbiamo corso come pazzi, siamo arrivati al locale per l’inizio previsto, abbiamo montato in 15 minuti tutta l’attrezzatura e cominciato a suonare per 2 ore ininterrotte senza aver fatto un minimo di soundcheck. La gente si è divertita moltissimo. Il proprietario del locale è rimasto a bocca aperta, ovviamente eravamo con 8 anni in meno sulle spalle. In tutto questo siamo tornati a casa di notte con altri 200 km da fare.

Domanda di rito. Prossimi progetti?

Sicuramente ci saranno nuovi lavori in studio con altre cover e anche con dei brani inediti a cui stiamo lavorando, ma nel frattempo non vediamo l’ora di tornare a suonare live che è il nostro habitat naturale. Abbiamo tantissima voglia di divertirci e far divertire.

Chiara Caccavo

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