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“come se fosse semplice sciogliere un cuore di legno sotto la doccia”. Intervista a il Roma

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“come se fosse semplice sciogliere un cuore di legno sotto la doccia”. Solo Posti in Piedi in Paradiso sottolinea diversi aspetti che creano disagio nella nostra vita: come riesci a sottolineare questi aspetti senza essere troppo impegnativi?

Diciamo che non mi pongo mai il problema di essere più o meno impegnativo. Sono gli altri,chi ascolta a decidere se lo è quello di cui parlo. Cerco di mettere in evidenza disagi personali e comportamentali semplicemente perché partono da esperienze personali, poi ognuno si crea un modo per comunicare e io ho scelto il mio. L’impegno non credo sia un problema, il punto è che oggi non si ha più il tempo per prestare attenzione. La soglia dell’attenzione si abbassa sempre di più e lascia spazio a contenuti rapidi, virali che non richiedono applicazione.

 

Quale mood speri di suscitare nei tuoi ascoltatori?

Credo che ci siano due modalità d’ascolto. La prima è quella da casa, ovvero l’ascolto del disco da PC,mp3 insomma qualsiasi strumento possa riprodurre musica. E qui ci si concentra sul testo, sui contenuti e sul fatto che qualcuno possa rileggersi. Poi c’è l’ascolto live che dovrebbe darti un’esperienza unica, personale. Live si punta molto alla potenza e all’impatto che le canzoni, con la loro struttura immediata, possono dare. Quindi un cazzotto che sveglia l’ascoltatore poiché si ha sempre meno tempo per capire,calarsi nei temi ed elaborare.

 

Se il tuo album fosse un viaggio, che paesaggi attraverserebbe?

Penso ad un viaggio in macchina con molto sole e poi soste in posti semideserti. Quiete che ti fa rilassare e allo stesso tempo di da modo di respirare e riflettere. Proprio perché siamo accelerati e viviamo a mille questo disco va ascoltato piano,quando hai tempo. Consumarlo in fretta non avrebbe senso.

 

Cosa ti ha ispirato?

La scrittura è una necessità. Ti permette di cacciare fuori tutto. E quindi più passa il tempo e più capisci che non puoi farne a meno. Ormai lo faccio da quando avevo 16 anni, magari a momenti alterni,con pause anche abbastanza lunghe ma alla fine ritorna il bisogno di chiudere un capitolo e lo fai con un testo. Le canzoni del disco sono nate in pochi mesi e si riferiscono ad uno stato d’animo univoco ma temporaneo e così è nato il disco.

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