Battenti - Fotogrammi di un rito. (Copyright by Enzo Santoro)Reportage 

Battenti ( Fotogrammi di un rito)

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BATTENTI (Fotogrammi di un rito)
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INTRODUZIONE:

Campania: la mia terra. Terra di sofferenza e di straordinarie e sanguigne tradizioni, perse tra sacro e profano. Tra le montagne del beneventano, nel paese di S.Lorenzo Maggiore, si svolge il rito penitenziale dei “battenti”. La fede vissuta come momento altamente emozionale e quasi “estremo”, nella processione del Venerdì Santo. Uomini incappucciati, dal lento procedere, s’infliggono con “la disciplina”, la mortificazione corporale. Chi potrà mai dire, se tutto ciò, sia giusto o sbagliato. Ma di sicuro so, che quegli attimi di vita, rimarranno marchiati in modo indelebile nel mio cuore.

Enzo Santoro

DESCRIZIONE DELL’EVENTO:

– IL PAESE
San Lorenzo Maggiore dista a pochi chilometri dalla Provincia di Benevento. Il paese è immerso nel verde del massiccio del Parco Nazionale del Matese.
– LA PROCESSIONE PENITENZIALE DEL VENERDÌ SANTO
La località è nota per la toccante processione penitenziale del Venerdì Santo. La sera, infatti, una sorta di giullare, uno “strillone”, girava per le vie del paese, invitando i cittadini a meditare sulla fugacità della vita e dei beni terreni, sulla necessità di scegliere la conversione sincera del cuore. Per attirare l’attenzione agitava un campanello, in modo che il tintinnio predisponesse i laurentini all’ascolto.
Durante la Settimana Santa nelle varie chiese del paese veniva preparato il Santo Sepolcro e si eseguivano canti e letture penitenziali. In particolare, il Venerdì Santo, alle 7 del mattino, il popolo si radunava nella chiesa di San Rocco (poi Congrega di Maria Santissima del Carmine) per portare in processione Gesù morto e la Madonna Addolorata.

Il corteo era aperto da un nutrito gruppo di ragazzi, coronati di spine, cinti di funi al torace e alle spalle, agitanti il “fracasso” (o “battola”) per riprodurre lo strepito fatto dai Giudei durante la passione di Gesù. Un altro gruppo di ragazzi intonava lentamente il canto del “Miserere” e di altri salmi. A seguirli i membri delle varie Congregazioni religiose maschili e femminili.
Dopo di loro si disponevano i “battenti”, che indossavano un camice bianco e un cappuccio per non mostrare i volti, in modo da evitare di essere riconosciuti. Per manifestare la propria volontà di penitenza, essi si battevano (ecco il motivo del nome di “battenti”) con le “discipline”, piccole piastre di ferro o catene. La processione era chiusa dai fedeli, molti dei quali scalzi e recanti ceri votivi.
Ancora oggi questa tradizione si rinnova ogni anno. Sicuramente non c’è più lo “strillone”, ma ogni Venerdì Santo c’è la processione per le vie del paese, che non si svolge più al mattino, ma è stata spostata al tardo pomeriggio. I battenti di ogni età, ancora con il volto coperto e con corone di spine, continuano a flagellarsi con le discipline.
Sono molti i fedeli che partecipano, scalzi e penitenti. Forse è una delle processioni con maggior seguito.

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