Pillole riflessive: l’importanza di essere sé stessi
Maschere e società: l’importanza di essere sé stessi senza nascondersi dietro ad un dito. “Uno, nessuno e centomila”, scriveva Pirandello tanto tempo fa.
È davvero così importante sapere come gli altri ci vedono?
Quando giro per le strade della mia città, Roma, vedo e osservo migliaia di facce: sorridenti, tristi, serie. Sembrerà strano però, ogni volta, mi rendo conto di osservarle cercando di capire cosa si nasconde dietro a quella maschera di cera.
Quanto è importante essere sé stessi? Quanto non temiamo il giudizio altrui? Vorrei rispondere a queste domande in modo positivo ma la realtà è ben lontana.
La verità è che tutti i giorni tendiamo a comportarci in maniera diversa, a seconda di chi abbiamo davanti. Nel bene e nel male, non ci riusciamo proprio ad essere noi stessi. Perché? Beh, in questo caso la risposta è facile: non avremmo filtri. E, come ben sappiamo, non possiamo permetterci di non avere filtri. Allora, ecco che, magicamente, diventiamo qualcun altro, qualcuno che “piace all’altro”, qualcuno che, controvoglia, non vorremmo essere. E allora, quante maschere abbiamo? Tante.
La verità, brutale, è che ogni giorno cerchiamo di essere qualcuno che non siamo. Siamo coloro che sorridono al pubblico anche se si muore dentro, coloro che si mordono la lingua davanti alla maleducazione e coloro che, passivamente, vive in una bolla pseudo-felice perché non si può permettere di staccare dalla vita di tutti i giorni. Creiamo, ogni volta, uno specchio di noi stessi, distorto (e imposto) da una società che tende a buttarci sempre più giù.
E, allora, io mi domando: ne vale veramente la pena? Vale veramente la pena mettersi una maschera prima di varcare la soglia della nostra casa?
Aspetto le vostre risposte e, nel frattempo, tolgo la mia.
