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Lasciate-li leggere

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Lasciate-li leggere
Editoriale di fine scuola per genitori (disperati) e figli (quasi liberi)

 

Mancano pochi giorni alla fine della scuola. Lo sentiamo nelle ossa, nei messaggi dei gruppi WhatsApp, nei toni sempre più esasperati degli insegnanti e in quella strana frenesia che prende i genitori: «E adesso, per tre mesi, che ne facciamo dei nostri figli?».

Sì, perché l’estate è meravigliosa. Lo è sempre stata. Ma per chi ha figli in età scolastica, è anche un tempo sospeso, incerto, fatto di incastri impossibili tra centri estivi, nonni, turni di lavoro e (quando va bene) qualche viaggio di famiglia organizzato tra mille rinunce.

Eppure, in mezzo a questo turbine, io che sono genitore di due ragazzi di diverso sesso ed età,  mi ritrovo a chiedermi: ma quest’estate, cosa faranno davvero i miei figli? Non nel senso pratico. Non solo. Ma in quello profondo. Che esperienze vivranno? Che emozioni porteranno a settembre? Che pensieri, sogni, parole avranno messo da parte?

Perché va bene tutto: i compiti delle vacanze, le ripetizioni, i laboratori estivi. Ma non possiamo continuare a riempirgli l’estate solo di tabelle da completare, problemi da risolvere, esercizi da incastrare tra un gelato, un bagno al mare o in piscina. 

Io dico: lasciate-li leggere.


Sul serio.


Lasciateli leggere ovunque: sotto l’ombrellone, in macchina, nel letto fino a tardi, sulle scale di casa, all’ombra di un albero, o anche, qualche volta, sul divano di casa mentre fuori tutti gridano “andiamo a giocare!”.

Lasciateli leggere quello che vogliono: romanzi d’avventura, storie d’amore, manga, gialli, classici, racconti brevi, graphic novel, biografie di calciatori, favole per bambini anche se hanno già dodici anni, ma anche il libretto di istruzioni del nuovo televisore o del Bimby o del trapano in offerta da Lidl

Lasciateli scegliere i loro libri, farli diventare compagni, mappe, specchi, specchi rotti, lanterne.
Non imponiamo la lettura, ma spalanchiamogli la porta. Non obblighiamoli a scrivere resoconti sulle letture, ma magari invitiamoli a raccontarcele a voce, a modo loro, davanti a un succo di frutta, con gli occhi che brillano. Io mi ricordo di aver letto, ed amato, “La canzone di Achille” di Madeleine Miller perchè mia figlia lo aveva letto perchè ne aveva sentito parlare su TikTok e mi aveva chiesto di acquistarglielo. Praticamente, meglio di un invito a nozze, entrare in libreria perchè me l’hanno chiesto i miei figli. 

Perché leggere, oggi più che mai, non è solo un esercizio di scuola. È un atto di resistenza interiore, è un modo per imparare a pensare, a farsi domande, a stare soli senza sentirsi soli.
Leggere aiuta a capire se stessi, gli altri, il mondo. Aiuta a creare uno spazio dove le emozioni possono respirare, dove la noia diventa possibilità, e dove si può anche piangere, ridere, arrabbiarsi senza che nessuno giudichi. 

Cari insegnanti — e lo dico con affetto e stima — assegnate pure qualche esercizio per non farli “arrugginire”, ma poi… obbligateli a leggere. Sì, usate la vostra autorità per una rivoluzione gentile: una lista di libri belli, stimolanti, oppure un semplice invito a frequentare la biblioteca più vicina, a portare un libro in vacanza come fosse un costume in più. Ma, da promotore editoriale, mi permetto di darvi un consiglio, non obbligateli a leggere libri di autori che a loro neanche interessano, solo perchè fanno parte di rassegne spesso costruite esclusivamente per scopi commerciali Certo, ci sono libri sempre molto interessanti, ma provate magari a fare un lavoro con loro stilando delle piccole classifiche, fatevi dire le loro eventuali e reali book charts e magari che prendano libri da ciò che hanno visto, letto o altro sui social media o in tv o tramite passaparola. 

Perché a settembre, più dei compiti, conterà che abbiano vissuto delle storie.
E magari, tra le pagine, si saranno trovati.
O avranno capito di voler cambiare il mondo.
O semplicemente avranno riso, o magari pianto chissà.

E se proprio non vogliono leggere… beh, che ci provino lo stesso. Magari, per noia, un giorno apriranno un libro e non lo chiuderanno più.
Ed è lì che comincia la magia.

Lasciate-li leggere.


Che poi, se leggono loro, magari torniamo a farlo anche noi.

Giacomo Ambrosino

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