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Davide Lomma e il superamento del dolore con il docu-film L’Ultima Isola.

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Martedì 22 Aprile 2025 ho assistito presso il cinema Anteo City Life di Milano alla proiezione di “L’ultima isola”, il docufilm del regista pesarese Davide Lomma, in una emozionante serata-evento con incontro finale con il regista.

L’ultima isola” è un film / verità sulla notte che ha cambiato per sempre la storia di un gruppo di lampedusani (si fanno chiamaregli otto della Gamar) e dell’isola stessa, narrando l’incredibile vicenda di otto amici che hanno trasformato una notte di pesca in un salvataggio che ha unito per sempre le loro vite.

Che cosa racconta il film?

Locandina L'Ultima Isola
Locandina L’Ultima Isola

E’ una notte senza luna, il 3 Ottobre 2013 alla Baia della Tabaccara di fianco alla spiaggia dei Conigli, considerata una delle più belle del mondo: quell’angolo di paradiso terrestre diventa prima un inferno, poi l’alba di una vita nuova.Improvvisamente si odono strani rumori che squarciano il silenzio della notte sull’isola: così prende avvio il documentario su una vicenda drammatica, eppure di grande speranza, della recente storia italiana.

Sono stata trascinata dalle narrazioni e parimenti travolta: il mare intorno agli otto amici pescatori è pieno di immigrati che chiedono aiuto o hanno perso la vita; il documentario racconta ciò che accadde loro e lascia lo spettatore senza parole. Il regista ci presenta una notte senza luna, in cui a dispetto del dolore risplende il sole dell’altruismo: 47 persone vengono salvate su una piccola barca di 10 metri, e nel corso del film, per la prima volta, i protagonisti della vicenda raccontano i retroscena di quella fatidica notte.

Quello che ne è uscito fuori non è un film sull’immigrazione, o meglio non solo. È un film sul superamento del dolore. Sulla trasformazione del dolore in qualcosa di altro”.

Il regista Davide Lomma insieme al testimone Vito Fiorino si sono intrattenuti con il pubblico in sala a fine proiezione: è stata l’occasione per parlare con il regista della motivazione a portare a conoscenza del grande pubblico una vicenda così dolorosa.
Vito Fiorino, nato a Bari ma cresciuto in provincia di Milano, è un falegname e pescatore per passione: è stato uno dei soccorritori durante la notte del 3 Ottobre 2013 – lui che a Lampedusa, dove si è trasferito ormai da molto tempo, ora trascorre la maggior parte dell’anno.
E’ Vito che, dopo aver dato l’allarme alla Capitaneria di Porto, ha riportato le 47 persone salvate sulla terra ferma (46 uomini e una donna), strappandole a morte certa.

Ha ancora contatti con i migranti che ha soccorso, che oggi lo chiamano papà; ogni anno, in occasione dell’anniversario della tragedia, i ragazzi eritrei da lui salvati (che ora vivono nel Nord Europa) tornano per salutarlo e commemorare il ricordo dei moltissimi deceduti; Vito Fiorino ha spiegato al pubblico in sala che da allora ogni 3 Ottobre gli “otto della Galmar” che abitano a Lampedusa e i migranti da loro salvati festeggiano insieme una sorta di compleanno: non sono nati tutti lo stesso giorno, ma quella è la data della loro rinascita.

Una commovente standing ovation ha concluso la proiezione del documentario, e a seguire Vito ed il regista hanno dedicato ai presenti in sala il loro tempo, sia commentando che ascoltando le riflessioni del pubblico.
Vito ha detto che gli italiani sono in definitiva razzisti: ha provato sulla propria pelle tale indifferenza quando da ragazzino si è trasferito al Nord Italia, vivendo per anni in una cantina con i suoi genitori perché “
nessuno al Nord voleva affittare casa ai meridionali”.
… a corollario di questo triste racconto sta la domanda: come ci siamo comportati a nostra volta con gli immigrati?

L’autore ha spiegato che nessuna inchiesta è stata mai portata avanti dagli enti preposti sulle manchevolezze della Capitaneria di Porto e sui ritardi negli aiuti: né le Istituzioni né le autorità hanno mai indagato e cercato di fare luce su quella notte, nel corso della quale molti SOS erano partiti dalla Gamar.

In Italia al Box Office L’ultima isola” ha già incassato nelle prime tre settimane di programmazione quasi 12.000 euro – di cui più di 5.000 solo nel primo weekend.

L’ultima isola” è un documentario che sfida le regole riuscendo ugualmente a non spegnere mai l’attenzione, ed il dibattito che la proiezione ha generato mi ha fortemente coinvolta. Davide Lomma con questo suo importante reportage sfida una delle regole non scritte – ma vigenti – del giornalismo contemporaneo: “No images no news“. Se non ci sono immagini la notizia non c’è. Nessuno di coloro che per primi avvistarono gli innumerevoli naufraghi in mare ebbe il tempo o la voglia di riprendere con i cellulari ciò che stava accadendo: la loro esigenza primaria era quella di salvare le persone, non di fare video o scattare foto.
Come realizzare allora un documentario che mantenga desta l’attenzione senza quella che, nella cosiddetta civiltà dell’immagine, risulta essere la materia prima?

Il regista Davide Lomma ha avuto la consapevolezza che le testimonianze alternate di coloro che si trovavano sull’imbarcazione che per prima avvistò i naufraghi, unite ad immagini di Lampedusa, sarebbero state più che sufficienti per descrivere quella tragedia – il cui bilancio fu di 368 morti accertati, 20 presunti dispersi e 155 salvati.

Ciò che colpisce del film è quindi proprio la narrazione fatta dalla viva voce del gruppo di amici – che sono riusciti a trasportarmi nell’orrore da loro visto e vissuto.
Ho apprezzato a tale riguardo l’intenzione del regista di non “spettacolarizzare” questo dramma ma permettere allo spettatore, attraverso la magia dello storytelling, di andare oltre i sensazionalismi – superando la triste assuefazione odierna alle immagini dei morti in TV.
A tale riguardo il regista Lomma ha commentato con le parole “
nessuna pornografia del dolore” facendo una coraggiosa scelta anti-commerciale.
A me personalmente piacerebbe che “L’ultima isola” fosse proposto ai ragazzi della scuola come argomento di discussione e riflessione con gli insegnanti.

Ho riflettuto inoltre sul fatto che a distanza di quasi dodici anni dalla tragedia di Lampedusa, ancora oggi il dramma non accenna a fermarsi: i viaggi della speranza sui barconi dalle coste dell’Africa continuano drammaticamente e di recente ne ha parlato anche Sally Hayden nel suo bellissimo libro “E la quarta volta siamo annegati” (Bollati Boringhieri Editore) – vincendo il Premio Inge Feltrinelli 2025.

LEGGI ANCHE: RACCONTARE IL MONDO. DIFENDERE I DIRITTI PER IL PREMIO INGE FELTRINELLI

Ciascuno degli otto narratori ha saputo trasmettermi sia i dati oggettivi che le emozioni personali provate in quel giorno – ormai lontano.
La loro maggiore sofferenza sta nel riconoscere che quella notte non fu fatto tutto quello che poteva essere fatto e le loro parole esprimono dolorosamente questa drammatica consapevolezza.

La narrazione intensa del naufragio del 2013 mostra da un lato la totale impreparazione dei pescatori ad affrontare una simile emergenza, dall’altro la cruda realtà del dramma dei migranti. L’elemento chiave è in entrambe le situazioni il peso emotivo di tutti coloro che hanno vissuto quell’orribile notte.
Mi ha colpito la scelta del regista di non utilizzare da questo punto di vista nemmeno immagini di archivio, affidandosi invece alla narrazione, all’intensità delle parole di quei protagonisti e spettatori: tale scelta permette allo spettatore di immedesimarsi nelle emozioni vissute quella notte ed anche nei pensieri degli amici della Gamar – senza preavviso, proprio come è capitato a loro.
La narrazione è drammatica ma sobria, dolorosa ma potente – e fa di “L’ultima isola” non solo un film sulla tragedia dei migranti, ma anche una più ampia riflessione sul valore della solidarietà, sul senso della paura e sulle responsabilità che mettiamo in campo di fronte agli imprevisti.

 

Biografia


Davide Lomma, marchigiano di Pesaro, ha iniziato a scrivere e girare cortometraggi e film fin da giovanissimo (ha diretto il primo lungometraggio autoprodotto a 16 anni). 
Nel 2023 ha diretto il suo primo lungometraggio per il cinema, la commedia romantica “L’amor Fuggente” prodotto da Play Entertainment, Camaleo e A.B. Film.

Nello stesso anno ha fondato la società di produzione cinematografica “LommaFactory”.

L’ultima isola” è il suo secondo lungometraggio, ed il primo prodotto da LommaFactory.

E’ possibile iscriversi alla newsletter della pagina del docu-film “L’ultima isola” https://lommafactory.com/ultima-isola/ per essere aggiornati sulla programmazione del film nelle sale cinematografiche di tutto il territorio nazionale.

Federica Cervini

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