Dimmi che funzione strumentale hai e ti dirò chi sei
Quando si parla di scuola sia che ne parli il Ministro dell’istruzione di turno, un genitore o un semplice passante, ciò che emerge è sempre una variazione sul tema di un comune sentire: “il rapporto del docente con gli alunni”: cento e uno teorie psico-pedagogiche servite sui piatti dei concorsi che allietano le orecchie dei genitori, dei dirigenti e, non ultimo, dei colleghi. E se ciò che ho appena accennato, potrebbe essere marchiato a fuoco su ogni superficie, ciò che la gente ignora è “l’altra faccia del successo” che tocca qualsiasi docente durante la sua carriera: l’attribuzione degli incarichi; per i dotti: le funzioni strumentali.
Considerate l’undicesima piaga d’Egitto per qualcuno, il momento più alto nella carriera di un docente per qualcun altro, l’attribuzione degli incarichi rende la scuola una sorta di piramide feudale con tanto di vassalli, valvassini e valvassori. Il gradino più basso di tutta la piramide lo occupa il “segretario”: docente addetto alla redazione dei verbali, solitamente ha un ruolo piuttosto marginale nella corazzata militare, è più un dolente scribacchino di sospensioni e andamenti didattico-disciplinari delle classi.
Salendo un tantino più su troviamo la peste nera di ogni docente: il “coordinamento”. Solitamente è sempre il collega con più ore in una classe che viene immolato per gestire i rapporti con i genitori, le faide tra colleghi ai consigli e le “scudisciate” dirigenziali qualora la situazione degeneri; diciamo che è il collega con tanti oneri e zero onori.
Ma veniamo al cuore del problema: la funzione strumentale n°1 “Gestione del PTOF e sostegno al lavoro docente”: in questo mega calderone organizzativo si colloca il cuore burocratico della scuola, con la predisposizione dei corsi di formazione, delle prove invalsi e del ptof (una sorta di brochure informativa per i genitori).
La funzione strumentale n°2 riguarda invece gli “Interventi e i servizi per gli studenti”: in quest’area il focus ritorna sullo studente e sul suo contesto, segnalando casi di abbandono scolastico, dispersione, svantaggio sociale e orientamento. E’ sicuramente tra le funzioni più delicate e più importanti perchè pone l’alunno al centro della visual politica scolastica. Salendo sempre più in alto nella nostra piramide feudale si trova la funzione n°3 “Inclusione e benessere a scuola”: questa è la sede dell’Inclusione con la I maiuscola: il referente per il sostegno: è colui che “sostiene i sostegni”, quello che ha la mission più delicata: scoprire quali potrebbero essere i docenti più indicati a cui affidare i ragazzi che, più di tutti, hanno bisogno di essere “al centro del loro percorso di apprendimento”:a metà tra un talent scout e uno psicologo, si occupa di armonizzare la scuola tra GLO, GLI, PEI e PDP, cercando sempre di sostenere alunni, colleghi, dirigente e neuropsichiatria.
I referenti dell’area 4, “Sistema autovalutazione d’istituto e valutazione apprendimento e comportamento” sono quanto di più simile ai contabili di un’azienda: sono colleghi alle prese con bilanci, rendicontazioni, gestione delle prove INVALSI e raccolta dei dati, revisione e aggiornamento dei piani di miglioramento previsti per quella scuola derivanti dai rapporti di autovalutazione.
Tra PTOF, GLO, Rav e Pdm la giornata di un docente è imbastita da una fitta rete burocratica che, se da una parte agevola tantissimo la governance della scuola, rendendola al centro di un sistema scolastico incentrato sulla trasparenza e sulla molteplicità di progetti tesi a dichiarare una scuola migliore di un’altra, dall’altra nuoce gravemente alla mission del docente in quanto tale: perchè, forse, tra tutti questi progetti e bilanci, rischiamo di dimenticarci di qualcuno.. gli alunni.