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“Ma io me ne fotto degli standard! Perché non dirlo anche qui?”

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Quando mi hanno proposto di collaborare per dedicare due parole da psicologa on line su questo nuovo canale, ho pensato che rispettare gli standard della comunicazione da professionista, così come gira oggi, sarebbe stata sicuramente la scelta migliore. Poi qualcosa dentro di me mi ha dato della pazza squinternata e mi sono fermata a riflettere. Non sono una di quelle che sul web lascia la serie di sintomi come con la lista della spesa: ce ne sono abbastanza. Preferisco parlare da persona a persona, perché quello siamo. La vocina ha detto: “Ma io me ne fotto degli standard! Perché non dirlo anche qui?”.

Ed eccomi.

“Standard”. Ma poi che so’? Che roba è? Chi li ha decisi? Due parole sulla necessità di rispettarli, oltre ogni umano benessere, le voglio spendere proprio oggi. Io non dico di ribellarci al sistema, urlando al complotto, massimi sistemi, e scie chimiche del “me l’ha detto mio cugggino”. Giammai. Ma una puntina di riflessione la farei, ogni tanto.

Ca**o, siamo auto-conservatori, per sopravvivere all’ambiente intorno ci regoliamo fisicamente e mentalmente, adattando il nostro corpo e la nostra mente al mondo che ci circonda. Ma a volte, fungiamo da termostato. Oltre che auto-conservatori diventiamo pure automatizzati.

Vittime dei tran tran giornalieri, abbassiamo il capo e chini con lo sguardo sulle ginocchia ci facciamo bastare un lamento di quanto siamo imperfetti. Dobbiamo fare meglio, sempre bene e come ci si aspetta lì fuori. Indossiamo un abito stracciato, il peggiore che potessero mai regalarci, ci fa schifo e abbiamo anche il coraggio di dire “wow, grazie! È proprio quello che desideravo”.

Ma anche no.

La consapevolezza è la via suprema del cambiamento positivo. Ora va di moda chiamarla “crescita personale”. Per me, psicologa umanamente imperfetta, è il timone di un veliero, con annesso vento propizio e una vaga ma allettante idea della meta. La rotta è la via suprema del “me ne fotto” quella parte di nirvana situata a metà tra l’altruismo e l’egoismo che, in modo educato, ci fa vivere civilmente nel mondo e in pace con noi stessi.

Perché di standard possono essercene a migliaia, milioni di milioni di modi di pensare a seconda di quello che la miriade di culture impongono al mondo.

Ma ogni tanto… due domandine su cosa vogliamo noi me le farei.

Che ne dite? Lo teniamo ‘sto timone?

 

Antonietta Caputo
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