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Surfacing to breathe. Aria di Londra nel nuovo album dei Clustersun

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Aria di Londra in quel di Catania, grazie ai Clustersun, una band sicuramente da tenere d’occhio, come hanno già fatto in alcuni casi in Italia e all’estero.

Dopo essersi fatti notare infatti con il singolo autoprodotto Be Vegetal, Dave Allison, boss della indie label americana Custom Made Music, include il brano nella compilation CMM Summer Sampler, pubblicata in 1.000 copie e trasmessa in heavy rotation nel circuito delle radio universitarie USA. Successivamente la band firma con la indie label italiana Seahorse Recordings per la pubblicazione del primo album, Out Of Your Ego, che vede la luce ad Aprile 2014, che in poche settimane, con il traino del singolo Hipgnosis (presentato in anteprima sul sito americano Ghettoblaster Magazine) riesce ad ottenere riscontri entusiastici in Italia e all’estero, tanto che Hipgnosis viene inserito in REVOLUTION – The Shoegaze Revival, compilation comprendente 30 band selezionate in tutto il mondo, uscita l’11 febbraio 2015 per Raphalite Records (UK/Canada) e Gerpfast Kolektif (Indonesia), con il supporto di Joe Foster (co-fondatore della Creation Records e produttore di My Bloody Valentine, Primal Scream, The Jesus And Mary Chain), uno degli eventi discografici dell’anno per il genere. Infine il 31 Maggio 2015 i Clustersun vengono insigniti da Globus Magazine & Radio con con il GLOBUS Prize, quale eccellenza artistica e musicale siciliana.

Ma tornando più da vicino al loro nuovo lavoro, Surfacing to breathe è assolutamente un pezzo unico, un continuo richiamo ad una lotta continua per ritornare a respirare, come si evince anche dalla copertina dell’album, che rappresenta in pieno il concetto su cui vertono tutti gli otto brani che lo compongono.

L’elemento che la fa da padrone all’interno di ogni traccia è la natura, anzi più precisamente il rapporto tra uomo e natura che si ripete in un percorso continuo che si esplica nell’azione quasi istintiva di rivolgere lo sguardo alla luna o alle stelle quando si è sovrappensiero o quando si ha bisogno di risposte.

Ma la luna è spettatrice in Lonely moon, terza traccia dell’album, delle sofferenze di ogni uomo che la guarda. Ma riferimenti alla natura, ai fiori che sbocciano e alla rinascita che poi confluisce nell’estate li troviamo anche in altre tracce dell’album, come The whirling dervish, Emotional Painkiller ed Event Horizon. Restano fuori due tracce, una è il primo singolo tratto dall’album e primo brano, Raw Nerve, e la seconda è la traccia omonima dell’album. Entrambe fanno riferimento ad un preciso istante della propria vita, la prima rappresenta infatti una sorta di preludio a un dissidio interiore che segna il suo inizio nel non sentirsi parte integrante della società, mentre la seconda è ormai piena consapevolezza che si può riprendere a respirare liberamente senza preoccuparsi della realtà che ci circonda.

Tirando le somme, i temi trattati dall’album non sono completamente estranei a quelli del genere punk, soprattutto quello dei Clustersun, che rappresenta soprattutto postpunk inglese dei primi anni 80 e soft psych hybrid degli anni 60, con influenze di Procol Harum, Moody Blues e il post Syd Barrett dei Pink Floyd.

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